La cestista statunitense Brittney Griner è stata condannata in Russia a 9 anni di prigione
Per traffico di droga, con accuse considerate politicamente motivate: uno scambio di prigionieri è però ancora possibile
Giovedì pomeriggio un tribunale di Mosca ha condannato a 9 anni di carcere Brittney Griner, la giocatrice di basket statunitense arrestata in Russia a febbraio perché accusata di avere con sé cartucce per un vaporizzatore con olio di hashish (un derivato della cannabis). Griner è stata condannata per contrabbando di droga e ha ricevuto quasi il massimo della pena: il reato prevede fino a 10 anni di carcere e l’accusa ne aveva chiesti 9 e mezzo.
La sentenza era molto attesa e il processo a Griner, che è una delle cestiste più conosciute al mondo, era stato molto seguito dalla stampa internazionale. Il processo ha avuto luogo in un momento di profonde tensioni politiche tra Russia e Occidente a causa della guerra in Ucraina, e inoltre le accuse sono state giudicate da molti attivisti ed esperti come motivate da fini politici. Nel frattempo, in tutti questi mesi, Griner è rimasta in Russia, in stato di detenzione preventiva il cui termine era stato rimandato più volte.
Secondo alcuni esperti sentiti dal New York Times, per le autorità russe la condanna di Griner potrebbe essere la premessa necessaria per acconsentire allo scambio di prigionieri proposto dal governo degli Stati Uniti alla Russia a luglio: la proposta riguarda uno scambio tra Griner e Viktor Bout, un cittadino russo noto per essere uno dei maggiori trafficanti d’armi degli ultimi decenni, condannato a 25 anni di carcere negli Stati Uniti per aver venduto enormi quantità di armi a terroristi e criminali di guerra. Le trattative potrebbero riguardare anche Paul Whelan, un ex marine americano arrestato in Russia nel 2018 con l’accusa di spionaggio.
Che Griner venisse condannata era considerato praticamente certo: in Russia, scrive Associated Press, meno dell’1 per cento degli imputati nei processi penali viene assolto.