In Kansas continuerà a essere garantito l’aborto
Nello stato conservatore americano un referendum ha ribadito il diritto all'interruzione di gravidanza, ed è una vittoria importante
Nello stato americano del Kansas elettori ed elettrici hanno deciso tramite un referendum di continuare a garantire il diritto all’aborto nella costituzione dello stato. Il voto è considerato un’importantissima vittoria per i movimenti a favore della libertà e dell’autodeterminazione delle donne: tra le altre cose, perché il Kansas è uno stato conservatore e perché era la prima volta che le persone erano chiamate a esprimersi direttamente sulla questione dell’interruzione di gravidanza, dopo che lo scorso 24 giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva ribaltato la sentenza del 1973 conosciuta come “Roe v. Wade”, che garantiva il diritto all’aborto a livello federale.
Inoltre, l’esito di questo voto potrebbe avere delle conseguenze su quello che altri stati decideranno di fare, e potrebbe indicare quanto la questione del diritto di aborto sarà un fattore determinante per le elezioni di metà mandato, che si terranno il prossimo novembre.
Le prime proiezioni sui risultati dicono che in Kansas – che è uno stato conservatore in cui la governatrice Democratica convive con un Congresso locale dove la maggioranza è Repubblicana – oltre il 60 per cento delle persone che sono andate a votare ha scelto di continuare a garantire il diritto di aborto: hanno dunque votato “no” all’emendamento proposto, che chiedeva di eliminare dalla Costituzione statale il diritto all’interruzione della gravidanza previsto dal 2019 grazie a una sentenza.
La vittoria dei “sì” alla richiesta di modifica avrebbe annullato la decisione del 2019 della Corte Suprema dello stato e portato all’approvazione di nuove leggi più restrittive. I risultati definitivi si avranno tra circa una settimana.
I gruppi che difendono il diritto all’autodeterminazione delle donne del Kansas avevano criticato il fatto che la votazione sull’aborto sarebbe avvenuta non solo in piena estate, ma anche in contemporanea con le primarie in vista delle elezioni di metà mandato del prossimo novembre e a cui, solitamente, Democratici e Indipendenti non partecipano, perché non c’è molta concorrenza tra i candidati della loro area. Secondo i primi dati risulta che l’affluenza alle urne in tutto lo stato sia stata significativamente più alta del previsto.
Il Kansas rimarrà dunque uno stato in cui il diritto all’aborto è garantito. In questo momento è la destinazione delle donne degli stati vicini dove l’interruzione di gravidanza è già stata limitata; già oggi le cinque cliniche presenti nello stato dove si praticano aborti (compresa quella in cui lavorava George Tiller, uno dei pochi medici statunitensi che praticavano interruzioni di gravidanza tardive e che venne assassinato da un militante “pro-life” nel 2009) non riescono a soddisfare il numero delle richieste, che sono raddoppiate dopo la sentenza della Corte Suprema contro “Roe v. Wade”.
Sono dieci gli stati negli Stati Uniti, compreso il Kansas, che prevedono il diritto all’aborto nelle loro costituzioni statali. Il percorso per eliminarlo prevede un referendum e poi l’approvazione di nuove leggi. Il Kansas non è dunque l’unico stato in cui il futuro dell’aborto è deciso tramite un voto. Altre votazioni simili sono previste nei prossimi mesi in California, Michigan o Vermont.
Dalla sentenza della Corte Suprema contro la “Roe v. Wade” che demanda a ciascuno stato la regolamentazione dell’interruzione di gravidanza, sono numerosi gli stati che hanno già proibito o limitato l’aborto. Ieri il divieto totale è entrato in vigore anche nel Kentucky.
🚨 Update: Kentucky's total abortion ban is now in effect—adding to the growing list of states that have eradicated access to essential care.
Here’s where abortion policies across the US stand as of August 2 👇 https://t.co/mQ1cnvDeES #BansOffOurBodies #AbortionIsEssential pic.twitter.com/IoSIxwJunI
— Guttmacher Institute (@Guttmacher) August 2, 2022
La vittoria della tutela al diritto di aborto in Kansas è stata commentata positivamente anche dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Ieri l’amministrazione Biden ha avviato la sua prima azione legale dopo la sentenza della Corte Suprema sull’aborto presentando un ricorso contro la legge dell’Idaho che autorizza l’interruzione di gravidanza solo per salvare la vita della donna. Secondo il procuratore generale Merrick Garland la legge è talmente restrittiva che rende difficile rispettare la legge federale sulle emergenze mediche, che prevede di intervenire in caso di «grave pericolo per la salute» della donna incinta.
Per Garland la nuova legge dell’Idaho «renderebbe un reato penale fornire cure mediche di emergenza richieste dalla legge federale». Dalla sentenza della Corte Suprema, ha fatto sapere sempre Garland, sono arrivate molte notizie di «rinvii, ritardi, e persino rifiuti di curare le donne incinte in caso di emergenza medica».