Olaf Scholz non crede alle giustificazioni della Russia sull’interruzione del gas
E si è fatto fotografare davanti a una grossa turbina del gasdotto Nord Stream 1 per dimostrare i suoi argomenti
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha visitato mercoledì lo stabilimento Siemens Energy di Mülheim an der Ruhr, vicino a Düsseldorf, dove si trova una turbina del gasdotto Nord Stream 1, che porta il gas naturale dalla Russia alla Germania e da lì al resto dell’Europa. La turbina è al centro di una disputa tra Germania e Russia, da quando Gazprom, l’azienda energetica statale russa, ha usato motivazioni tecniche e di manutenzione per giustificare la riduzione delle forniture di gas all’Europa, citando proprio la necessità di riparare la grossa turbina vista da Scholz.
La turbina, dopo essere stata riparata in Canada, è da settimane bloccata in Germania perché la Russia sostiene che ci siano dei problemi burocratici per il suo trasporto e, dunque, per la sua restituzione. La Germania sostiene invece che la turbina possa essere rispedita in Russia in qualsiasi momento, a condizione che la Russia sia disposta a riprendersela.
Scholz, come molti analisti e governi europei, è convinto che la Russia usi questa scusa per interrompere o ridurre le forniture come ritorsione per le sanzioni decise dopo l’invasione dell’Ucraina. Facendosi fotografare accanto alla turbina, ha spiegato che la Russia non ha motivo di ritardare la restituzione, e dunque per risolvere il prima possibile i presunti problemi tecnici di Nord Stream 1:
«La turbina funziona. Non c’è niente di mistico da vedere qui. È tutto abbastanza chiaro e semplice: la turbina c’è e può essere consegnata, ma qualcuno deve dire “la voglio”».
Lo scorso 11 luglio le forniture di gas dalla Russia erano state bloccate a causa di una manutenzione programmata, e le autorità europee avevano temuto un taglio definitivo. La scorsa settimana il gasdotto aveva però ripreso a funzionare, con un flusso che era comunque rimasto eccezionalmente basso, a circa il 40 per cento della capacità perché, secondo quanto comunicato dalla Russia, non era possibile tornare ai volumi di giugno per la mancata restituzione della turbina riparata in Canada. A fine luglio, Gazprom aveva fatto sapere che era stata fermata per manutenzione un’ulteriore turbina del gasdotto Nord Stream 1, e aveva ridotto il flusso di gas al 20 per cento della capacità massima.