«Il Movimento 5 Stelle ha regole che sfidano la natura umana»
Lo ha detto il leader Giuseppe Conte spiegando il senso del limite dei due mandati
Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha commentato su Facebook la decisione di alcuni importanti esponenti del partito di andarsene dopo la conferma della regola dei due mandati, che impedisce a chi ha incarichi elettivi di ricandidarsi una terza volta. Gli ultimi sono stati l’ex capogruppo alla Camera Davide Crippa e il ministro per i Rapporti col Parlamento Federico D’Incà, che secondo Conte «si stanno industriando per trovare nuove collocazioni politiche».
Conte ha spiegato estesamente i motivi per cui difende questa regola, che è stata per mesi al centro di accese discussioni interne e che molti volevano eliminare, sostenendo che costringesse a privarsi di politici arrivati all’apice della loro esperienza e popolarità. E per introdurre le ragioni del limite, ha scritto che «il Movimento 5 Stelle ha regole che sfidano la natura umana».
Conte scrive che, secondo lui, la regola è una garanzia «che i portavoce intenderanno la politica come un servizio per i cittadini piuttosto che un’assicurazione per il proprio futuro professionale». Senza c’è il rischio che «il concetto di “rappresentanza” sparisca sullo sfondo, il tornaconto personale venga scambiato per bene comune, la garanzia della propria permanenza diventi più importante della difesa degli interessi degli elettori».
Conte ha citato peraltro un recente editoriale del direttore del Foglio Giuliano Ferrara, notoriamente molto critico e ostile nei confronti del M5S, in cui ha sorprendentemente espresso alcuni apprezzamenti per la «forza riformatrice» del partito, e per l’introduzione del reddito di cittadinanza. Ha concluso poi sostenendo che per «accettare questa regola che va contro la natura umana» è necessario essere «spiriti forti, nutrirsi costantemente dei propri ideali, avere una visione che si mantenga alta sui principi e non scada nella bassa corte degli affari personali». E rivolgendosi a chi sta lasciando il partito, ha detto: «Ci risparmino i tentativi di nobilitare questi loro mutamenti di rotta. Ci risparmino le lacrime di coccodrillo, le giustificazioni ipocrite, le prediche farisaiche».