In Cile c’è molta disinformazione sulla Costituzione che si voterà a settembre
Circolano notizie false secondo cui verrà abolita la proprietà privata o permesso l'aborto sempre: ora è intervenuto il governo
Poco più di una settimana fa il presidente del Cile, Gabriel Boric, ha annunciato l’inizio di una campagna di comunicazione dedicata al “voto informato” riguardo al referendum sulla nuova Costituzione cilena, che si terrà il 4 settembre. L’iniziativa, che finora è stata piuttosto limitata, è stata presentata in generale come un mezzo per informare meglio gli elettori e le elettrici che dovranno decidere se sostituire l’attuale Costituzione, scritta durante la dittatura del generale Augusto Pinochet nel 1980, con quella uscita dall’Assemblea costituente e risultato delle enormi proteste che si sono tenute in Cile a partire dalla fine del 2019.
Con la campagna sul “voto informato”, Boric vorrebbe contrastare la disinformazione che si è diffusa attorno al testo costituzionale, e che riguarda temi anche molto importanti come il diritto di proprietà e quello all’interruzione volontaria di gravidanza.
Sebastián Valenzuela, docente universitario cileno, ha definito la disinformazione sulla Costituzione «brutale», fatta con l’obiettivo non solo di creare confusione nel voto, ma anche di funzionare come uno strumento di attacco politico contro i settori meno conservatori della società, quelli che più sono favorevoli a votare “sì” a settembre.
Per esempio nelle ultime settimane si è diffusa la notizia falsa che la nuova Costituzione non proteggerebbe la proprietà privata, e che le abitazioni private finirebbero con l’essere proprietà dello stato. Non è così, ovviamente, e l’articolo 78 chiarisce che la proprietà è un diritto tutelato dalla legge e che nessuno può essere privato della proprietà dei suoi beni, a meno che venga autorizzata un esproprio (possibile in alcuni specifici casi regolati dalla legge).
Si è detto anche che il testo permetterebbe alle donne di abortire fino al nono mese di gravidanza, ma non è vero. L’articolo 61 garantisce il diritto all’aborto ma precisa che andrà regolato secondo la legge vigente: cioè in caso di pericolo per la vita della donna, per gravi malformazione del feto e in caso di stupro entro le 12 settimane, che salgono a 14 se la vittima ha meno di 14 anni (in Cile l’aborto è stato parzialmente depenalizzato nel 2017, ma rimane illegale nella stragrande maggioranza dei casi).
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Altre notizie false su temi di grande interesse pubblico hanno trovato molto spazio e sono poi state smentite da istituzioni o enti specializzati: come quella secondo cui il sistema sanitario privato scomparirebbe (falso), o quella sulla possibilità che votino anche i migranti provenienti dal Venezuela o da Haiti (non è così: come ha chiarito il servizio elettorale nazionale, per votare bisogna essere residenti in Cile da più di cinque anni, avere almeno 18 anni e non avere condanne pendenti).
Non è vera nemmeno la notizia secondo cui non sarebbero previste multe per le persone con più di 60 anni che non andranno a votare, una voce messa in giro con la convinzione che che la maggior parte di queste voterebbe per rifiutare la nuova Costituzione: il voto del prossimo 4 settembre sarà obbligatorio per chiunque abbia i requisiti per farlo.
Ana María Castillo, co-direttrice del Nucleo di intelligenza artificiale e società dell’Istituto della Comunicazione e dell’Immagine dell’Università del Cile, ha detto alla radio ADN che questi tentativi di manipolare le informazioni non sono niente di nuovo, ma comunque molto presenti in questo periodo di campagna elettorale.
A poco meno di un mese dal voto c’è ancora molta incertezza su quale sarà l’esito. Secondo il sondaggio più recente realizzato dalla società di analisi Cadem (pubblicato il 22 luglio), il 47 per cento degli intervistati sarebbe intenzionato a bocciare la nuova Costituzione, mentre solo il 39 per cento vorrebbe approvarla e il 14 per cento si è detto indeciso. A gennaio le persone che si erano dette in favore erano il 56 per cento, quelle contro il 33.
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