Vancouver prova a evitare le overdose da fentanyl col fentanyl
Un programma sperimentale fornisce il potente oppioide alle persone dipendenti che non possono o non vogliono fare una terapia
La città di Vancouver, in Canada, è uno dei posti del mondo in cui vengono portati avanti alcuni degli esperimenti più ambiziosi e controcorrente nel campo del trattamento delle dipendenze da sostanze. Fin dal 2003 ospita Insite, un centro in cui le persone tossicodipendenti possono assumere droghe illegali sotto la supervisione di un infermiere e ricevere assistenza in caso di problemi. Ora ha anche un programma sperimentale pubblico che fornisce fentanyl, un antidolorifico oppioide molto più potente della morfina e dell’eroina, a chi ne è dipendente ma non può o non vuole disintossicarsi. L’obiettivo è ridurre il numero di overdose dovute al consumo di questa sostanza.
Una dose da 5 milligrammi di fentanyl dà gli stessi effetti di una da 250 milligrammi di eroina: per questa ragione negli ultimi vent’anni, con la diffusione dell’abuso di oppioidi in Nord America, questa sostanza ha in parte sostituito l’eroina come droga più pericolosa e coinvolta in casi di overdose. Nel mercato illegale viene spesso venduta in combinazione con altre sostanze oppioidi, o con l’Adderall, un farmaco prescritto alle persone affette da disturbo da deficit di attenzione che contiene l’anfetamina. Queste combinazioni rendono il fentanyl particolarmente pericoloso anche per tossicodipendenti “esperti”. Molte overdose sono dovute al fatto che chi lo consuma non sa esattamente cosa assume quando lo compra sul mercato illegale, e può prenderne così una dose eccessiva per la propria soglia di tolleranza.
A Vancouver l’abuso di fentanyl ha superato quello di eroina una decina d’anni fa. Sei anni fa la diffusione dell’abuso di oppioidi è stata dichiarata un’emergenza sanitaria in città. Lo scorso anno in tutta la British Columbia, la regione del Canada in cui si trova Vancouver, sono morte 2.200 persone per overdose. Sembra che il fentanyl disponibile nel mercato illegale stia diventando sempre più potente e pericoloso.
Per questo sono state introdotte nuove strategie di “riduzione del danno”, l’approccio alla gestione dei problemi causati dall’uso di droghe che cerca di diminuirne gli effetti negativi tra le persone che non riescono o non vogliono smettere di assumerle. Classici esempi di riduzione del danno (praticato anche in Italia) sono la distribuzione di siringhe nuove e le terapie col metadone (un altro oppioide, meno potente) tra i dipendenti da eroina, ma anche la disponibilità di farmaci come il Narcan, il cui principio attivo naloxone blocca gli effetti degli oppiodi e quindi le overdose, sulle ambulanze e nelle farmacie. Una forma di riduzione del danno sviluppata più di recente è la presenza di laboratori mobili dove chi vuole assumere una sostanza acquistata illegalmente può chiedere che venga testata per conoscerne l’esatta composizione chimica.
In generale la riduzione del danno si basa sull’assunto che non sarà mai possibile impedire del tutto l’uso pericoloso di droghe e che l’importante è impedire gli effetti peggiori che vi sono connessi.
Il programma di Vancouver che fornisce il fentanyl è svolto dalla Columbia Street Community Clinic, una clinica che si trova nel Downtown Eastside, un quartiere noto per la diffusione del consumo di droghe illegali, ed è stato ideato dall’esperta di dipendenze Christy Sutherland. Intervistata dal New York Times, Sutherland ha spiegato che il primo obiettivo del programma è ridurre il numero di overdose. Il secondo è permettere alle persone che non riescono o non vogliono disintossicarsi di avere una vita relativamente normale: a chi non ha soldi il programma dà il fentanyl gratuitamente, quindi evita che chi ne è dipendente e non ha entrate economiche commetta dei crimini pur di poterlo acquistare dagli spacciatori.
Si spera che liberando queste persone dagli affanni causati dalla necessità di procurarsi la droga illegalmente possano trovare una maggiore stabilità e magari riuscire a trovare un lavoro. Per questo motivo l’impiego di denaro pubblico non è giustificato solo con l’obiettivo di salvare vite (e ridurre i costi dei servizi di emergenza e dei ricoveri in ospedale), ma anche con un più ampio impatto sociale.
Alle persone dipendenti che invece possono permettersi l’acquisto della sostanza, il fentanyl viene venduto a prezzi simili a quelli del mercato illegale.
Esperimenti simili condotti negli anni per altre sostanze (ad esempio in Svizzera, oltre che in Canada) sono effettivamente stati in grado di ridurre il numero di overdose e morti legate al consumo di droghe, ma anche tra gli esperti di dipendenze canadesi c’è chi è scettico sul programma di Christy Sutherland e ritiene che non ci siano prove del fatto che stia salvando delle vite. È tuttavia un programma sperimentale, che per il momento può fornire fentanyl solo a un centinaio di persone, e i risultati saranno valutati nel tempo.