La strage di prigionieri di guerra ucraini a Olenivka
Almeno 40 sono morti in un attacco nell'autoproclamata repubblica di Donetsk
Questo articolo è stato aggiornato il 2 agosto con gli ultimi aggiornamenti disponibili sulla strage.
Decine di persone che erano detenute come prigioniere di guerra in una struttura a Olenivka, nei territori dell’autoproclamata repubblica filorussa di Donetsk, sono state uccise in un attacco le cui modalità e responsabilità sono ancora da chiarire. Russia e Ucraina si accusano vicendevolmente di aver ucciso i prigionieri, anche se secondo esperti e istituzioni occidentali ci sono ragionevoli elementi per ritenere che la responsabilità sia della Russia. La Croce Rossa Internazionale ha chiesto di accedere all’area per prestare soccorso, ma finora le autorità russe e filorusse non hanno autorizzato l’accesso.
Le ricostruzioni attuali dicono che i morti sono stati 53 e i feriti 75. Secondo l’Ucraina sarebbe stata la Russia a compiere la strage, forse dando fuoco alla struttura o facendo esplodere un ordigno al suo interno, per cancellare le tracce delle torture e degli omicidi compiuti dentro alla prigione, che si trova vicina alla linea del fronte. La Russia, invece, sostiene che sia stata l’Ucraina a colpire l’edificio con missili sparati da lanciarazzi HIMARS forniti dagli Stati Uniti: la motivazione, secondo questa accusa che non è stata provata in alcun modo, sarebbe stata dissuadere i soldati ucraini dall’arrendersi alle forze russe e scoraggiare eventuali disertori.
Al momento sul posto non ci sono giornalisti indipendenti né organizzazioni internazionali, quindi capire davvero cosa sia successo è molto difficile. L’Institute for the Study of War (ISW), un centro studi specializzato in analisi militari che invia bollettini quotidiani di aggiornamento sulla situazione, scrive però che ci sono ragionevoli elementi per ritenere che i responsabili della strage siano i russi.
Le immagini satellitari provenienti dal sito, scrive l’ISW, mostrano danni riconducibili più ad attacchi incendiari che ad un attacco compiuto con gli HIMARS. I danni, scrive anche ISW, hanno interessato solo un edificio, senza che ne siano crollate le pareti e senza crateri nelle vicinanze: tutto questo suggerirebbe un attacco di precisione, forse con un’esplosione all’interno dell’edificio.
ISW scrive anche che, contrariamente a quanto sostenuto dai russi, non ci sono tracce o frammenti di HIMARS sul sito, come confermato anche da due funzionari del governo americano a Politico. La precisazione si era resa necessaria perché dopo l’attacco l’agenzia di stampa russa RIA Novosti aveva in effetti diffuso un’immagine di un frammento di HIMARS, sostenendo che fosse stata rinvenuta nella prigione, ma senza addurre alcuna prova a sostegno di questa informazione.
Secondo l’ISW, gli ucraini avrebbero quindi dovuto colpire l’edificio con le altre armi a loro disposizione, che avrebbero quasi sicuramente provocato danni collaterali.
Non sembra ci siano stati morti tra i soldati russi, mentre tra le vittime ci sono con ogni probabilità diversi membri del battaglione Azov, la milizia incorporata nell’esercito ucraino nota per le simpatie neonaziste, che erano stati catturati dopo aver perso la battaglia in difesa della città di Mariupol ed essersi nascosti per settimane nell’acciaieria Azovstal. Decine di prigionieri erano stati coinvolti nelle scorse settimane in scambi tra Russia e Ucraina, ed erano in corso altre trattative.
Video che circolano sui canali russi mostrano i resti dei letti a castello e dei loro occupanti, in mezzo alle macerie. La presenza di prigionieri di guerra ucraini nella prigione era nota, e secondo Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a Olenivka non c’erano obiettivi militari, motivo per cui sarebbe da escludere un attacco d’artiglieria dell’esercito ucraino. Secondo Podolyak, i prigionieri erano stati trasferiti nella struttura esplosa pochi giorni fa, cosa che suggerirebbe una pianificazione dell’attacco.
I servizi segreti ucraini hanno pubblicato una registrazione audio risalente a venerdì sera sostenendo che riguardi una conversazione tra due soldati separatisti filorussi, uno dei quali dice all’altro di non aver sentito il suono di un razzo prima dell’esplosione, ipotizzando che probabilmente siano stati i russi a far saltare in aria la struttura. Non sono comunque chiari i motivi per cui la Russia avrebbe potuto volere uccidere i prigionieri, che avevano un alto valore per futuri scambi con l’Ucraina. Kyrylo Budanov, a capo dei servizi segreti militari ucraini, ha detto che l’attacco sembrerebbe essere stato compiuto da mercenari russi del famigerato gruppo Wagner, che avrebbero agito autonomamente e senza rispettare le gerarchie. Secondo Budanov anche il ministero della Difesa russo sarebbe venuto a conoscenza della strage soltanto in seguito.