Le critiche a Macron per la sua calorosa accoglienza a Mohammed bin Salman
Il principe saudita è stato ricevuto a Parigi con strette di mano e sorrisi: non proprio l'isolamento internazionale promesso
Nelle ultime ore il presidente francese Emmanuel Macron ha ricevuto diverse critiche per la calorosa accoglienza riservata al potente principe ereditario e leader informale dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman, che giovedì è stato in visita ufficiale a Parigi. Le critiche riguardano le gravi violazioni di diritti umani e i crimini di cui è accusato il principe, tra cui l’uccisione del dissidente saudita Jamal Khashoggi: secondo varie indagini, tra cui una dell’intelligence americana, l’omicidio fu voluto e ordinato proprio da bin Salman.
La visita a Parigi di bin Salman fa parte del suo primo viaggio in Europa dal 2018, l’anno dell’uccisione di Khashoggi. Prima di arrivare in Francia, bin Salman era stato in Grecia, e nei mesi scorsi alcuni leader occidentali erano andati in visita in Arabia Saudita (tra gli altri, il presidente statunitense Joe Biden e lo stesso Macron).
I viaggi e gli incontri degli ultimi mesi con altri leader mondiali sono stati commentati con toni molto critici, perché interpretati come la fine dell’isolamento internazionale imposto al principe saudita dopo l’uccisione di Khashoggi. Già in passato era stato però difficile attuare un isolamento vero: l’Arabia Saudita infatti è uno dei principali esportatori di petrolio, fonte energetica che è diventata ancora più ricercata da quando molti governi hanno iniziato a stringere nuovi accordi con fornitori di fonti energetiche per ridurre la propria dipendenza dalla Russia.
Ad attirare critiche su Macron sono stati alcuni gesti e circostanze particolari della visita di bin Salman a Parigi.
È stata molto commentata, e ripresa da giornali francesi e non, la lunga e calorosa stretta di mano tra Macron e il principe saudita: la stretta è durata diversi secondi (Macron ha usato entrambe le mani), ci sono stati sorrisi e un’atmosfera assai cordiale e rilassata.
Una critica simile era stata rivolta a Biden un paio di settimane fa, perché durante la sua visita in Arabia Saudita aveva salutato bin Salman con il pugno, con un gesto ritenuto da molti inopportuno per l’idea di confidenza che trasmetteva tra i due (durante la campagna elettorale del 2020, Biden aveva detto di voler rendere il regime saudita un «paria» a livello internazionale).
Macron è stato criticato anche per aver invitato a cena il principe saudita al palazzo presidenziale dell’Eliseo: «Che cosa ci sarà nel menù della cena tra Emmanuel Macron e Mohammed bin Salman? Il corpo smembrato del giornalista Khashoggi?», si è chiesto retoricamente e polemicamente Yannick Jadot, politico dei Verdi che si era candidato alle presidenziali dello scorso aprile.
È stato poi notato il lussuosissimo castello in cui ha alloggiato bin Salman durante la sua visita, definito nel 2015 da Fortune «la casa più costosa del mondo» (all’epoca valeva circa 275 milioni di euro). La proprietà, acquistata proprio da bin Salman attraverso una serie di società prestanome, si chiama Château Louis XIV e si trova a Louveciennes, vicino a Parigi: come suggerisce il nome, fu costruita imitando il lusso della vicina Reggia di Versailles, costruita proprio da Luigi XIV e un tempo sede della famiglia reale francese. Il castello ha circa 7mila metri quadrati di terreno intorno e include, tra le altre cose, una discoteca, un cinema e una stanza sotterranea adibita ad acquario.
In questo caso ad attirare l’attenzione è stato soprattutto il fatto che quest’enorme residenza fu costruita proprio dal cugino di Khashoggi, il dissidente che bin Salman è accusato di aver fatto uccidere, che gestisce un’attività che si occupa di immobili di lusso in Francia. Il fatto che bin Salman abbia alloggiato proprio lì, con tutte le comodità e il lusso del caso, ha alimentato la sensazione di impunità per l’omicidio del dissidente e più in generale di chi subisce tutti i giorni la sistematica repressione dal regime saudita.
Le critiche a Macron sono arrivate anche da Hatice Cengiz, la compagna di Khashoggi: «Sono scandalizzata e indignata dal fatto che Emmanuel Macron riceva il boia del mio compagno con tutti gli onori». Cengiz ha aggiunto anche che l’aumento dei prezzi dell’energia dovuto alla guerra in Ucraina non può giustificare «l’assoluzione» di bin Salman, colpevole di aver perseguitato (e nel caso di Khashoggi apparentemente fatto uccidere) i propri oppositori politici.
Si sono espressi molto duramente, tra gli altri, anche i rappresentanti di alcune organizzazioni per i diritti umani, come Democracy for the Arab World Now (DAWN) e Amnesty International.
Élisabeth Borne, prima ministra francese, ha risposto alle critiche dicendo che accogliere bin Salman a Parigi non significa «mettere da parte i propri principi» o «mettere in discussione il proprio impegno per il rispetto dei diritti umani». Il governo di Macron ha poi fatto sapere che il presidente avrebbe affrontato questo tema una volta a cena col principe saudita.
Da parte sua, Aurore Bergé, capogruppo alla Camera di Renaissance, il partito di Macron, ha detto che discutere coi paesi del Golfo è una «necessità assoluta» data la situazione in Ucraina e le conseguenze che ha avuto sulle questioni energetiche.
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