I molti e insoliti attacchi dei macachi contro le persone a Yamaguchi, in Giappone
Da inizio luglio almeno 45 persone sono state ferite: le autorità locali ne hanno ucciso uno, ma non è ancora chiaro quanti siano
Yamaguchi è una città di circa 200mila abitanti che si trova nel sud-ovest del Giappone, un centinaio di chilometri a ovest di Hiroshima, in una valle circondata da montagne. Nell’area attorno alla città non è raro vedere i macachi giapponesi, una specie diffusa in varie aree montuose del Giappone e conosciuta per il muso rosso, così come per l’abitudine di starsene vicino alle sorgenti di acqua termale. Solitamente i macachi non attaccano gli esseri umani; eppure dallo scorso 8 luglio in questa zona ci sono stati attacchi contro almeno 45 persone, avvenuti dentro e fuori le case degli abitanti locali.
Nessuna delle persone attaccate ha riportato ferite serie: qualche graffio e segni sulle mani e sulle gambe, e in qualche caso morsi sul collo e in altre parti del corpo. L’amministrazione cittadina ha fatto sapere che inizialmente le persone aggredite erano solo donne e bambini, ma che poi hanno cominciato a essere attaccati anche uomini adulti e anziani.
Quello che sta succedendo è stato raccontato dai principali giornali del paese. Quasi nessuno dei tentativi delle autorità locali di contenere le aggressioni – con trappole, reti e tranquillanti – è andato a buon fine: martedì sera però alcuni cacciatori, che erano stati incaricati dalle autorità, sono riusciti a catturare un esemplare maschio che si trovava nel cortile di una scuola. Gli è stato dato un tranquillante e poi è stato ucciso, dopo che era stato identificato come uno dei macachi responsabili degli attacchi di queste settimane. Aveva 4 anni ed era alto circa mezzo metro.
Non è chiaro quanti siano gli animali che hanno attaccato gli abitanti di Yamaguchi, e non ci sono nemmeno certezze su cosa possa aver provocato gli attacchi. In almeno due casi un macaco è riuscito a entrare in diverse case e in una scuola dell’infanzia attraverso le finestre aperte o facendo scorrere le portefinestre, ha detto Masato Saito, un funzionario del comune citato da CNN: con l’invito alla popolazione di tenere le porte e le finestre chiuse, gli attacchi stanno proseguendo all’esterno, ha aggiunto Saito.
Mieko Kiyono, esperta di fauna locale e professoressa associata all’Università di Kobe, ha spiegato che il macaco giapponese (Macaca fuscata) vive in gruppo, secondo una gerarchia molto rigida: i maschi però quando raggiungono la pubertà lasciano il proprio gruppo ed è possibile che in questo periodo si avvicinino ai campi, mangiandone i raccolti, o ai centri abitati, a volte anche entrando nelle case. Per questo si ipotizza che l’animale o gli animali che hanno compiuto gli attacchi siano maschi.
Secondo le autorità di Yamaguchi, aggressioni come quelle che si sono verificate nelle ultime settimane sono rare. Secondo Kiyono, però, eventi di questo tipo si stanno registrando con una frequenza sempre maggiore sia per via della crescita della popolazione dei macachi, ottenuta grazie ai grandi sforzi per la conservazione della specie, sia alla progressiva riduzione del loro habitat naturale.
A volte la polizia utilizza fuochi d’artificio e trappole varie per cercare di respingere le scimmie verso il loro habitat, ha detto Kiyono, ma non sempre queste misure funzionano: gli animali così possono cominciare ad avere comportamenti ostili nei confronti degli umani e, a poco a poco, a non temerli più.
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