La Champions League dell’Europa che cambia
È già iniziata, senza squadre russe e con le ucraine, tra campi neutri sempre più numerosi e sempre meno temporanei
di Pietro Cabrio
Come il resto dei campionati di calcio europei, anche la Champions League, il torneo per club più seguito al mondo, subirà dei cambiamenti a causa dei Mondiali invernali in Qatar (21 novembre – 18 dicembre). La fase a gironi, considerata il vero e proprio inizio del torneo, comincerà già i primi di settembre e andrà avanti spedita fino ai primi di novembre, concludendosi circa un mese prima del solito.
Alla sosta prevista a metà settembre per le partite delle nazionali, saranno già state giocate due giornate: questo renderà ancora più impegnativo l’inizio di stagione delle squadre partecipanti, dato che ci saranno da disputare anche i primi turni dei campionati, che quest’anno iniziano tutti entro metà agosto.
Con tre anni di ritardo rispetto ai piani iniziali, la prossima Champions League si concluderà il 10 giugno a Istanbul, città che avrebbe dovuto ospitare la finale del 2020, poi continuamente rinviata per questioni organizzative, tra pandemia e guerra in Ucraina.
Il formato e i premi saranno gli stessi dell’anno scorso, ossia quelli stabiliti dalla UEFA per il triennio 2021-2024 (in attesa della riforma che cambierà radicalmente la struttura del torneo). Alle 32 qualificate ai gironi andranno 15,6 milioni di euro ciascuna, mentre chi si qualificherà agli ottavi ne riceverà altri 9,6. I premi partita sono di 2,8 milioni per una vittoria e 930 mila euro per un pareggio. Altri 600 milioni di euro verranno distribuiti tra le partecipanti in base ai loro coefficienti — i punteggi complessivi che vengono assegnati dalla UEFA in base ai risultati ottenuti in coppa nelle ultime stagioni disputate — mentre i 300 milioni del cosiddetto “market pool” legato ai diritti televisivi saranno stabiliti in base al valore dei mercati dei paesi partecipanti e alle prestazioni delle singole squadre.
I cinque principali campionati del continente continueranno ad avere quattro squadre direttamente ai gironi, ad eccezione della Germania, che ne avrà cinque: l’Eintracht Francoforte ha vinto l’ultima edizione dell’Europa League e si è qualificato di diritto al torneo, nonostante in campionato sia arrivato undicesimo. L’Italia sarà rappresentata da Milan, Inter, Juventus e Napoli, che conosceranno le loro avversarie ai gironi nei sorteggi del 25 agosto.
Ai gironi ci saranno 32 squadre, ma con quelle che disputano i turni preliminari si arriva complessivamente a 78 partecipanti provenienti da 53 paesi, uno in meno del solito. È stata confermata infatti l’esclusione della Russia come sanzione per l’invasione dell’Ucraina. Avrebbe dovuto avere due squadre, una di queste direttamente ai gironi: lo Zenit San Pietroburgo di proprietà dell’azienda energetica statale Gazprom, vincitore dell’ultimo campionato. Al suo posto ci sarà il Celtic Glasgow campione di Scozia.
Non è stata esclusa invece la Bielorussia, alleata della Russia nell’invasione ucraina e coinvolta nella maggior parte delle sanzioni sportive decise di recente. Lo Shakhtyor Soligorsk è però già stato eliminato dagli sloveni del Maribor dopo aver giocato in campo neutro in Turchia. Giocheranno in campo neutro anche le squadre ucraine. La federazione locale ha dovuto sceglierne due da mandare nel torneo, dato che l’ultimo campionato nazionale non si è concluso a causa della guerra. Come previsto, sono state scelte Shakhtar Donetsk e Dinamo Kiev.
Lo Shakhtar è già qualificato ai gironi ed è abituato a giocare lontano dalla sua città, dato che ha lasciato Donetsk per via della guerra nel Donbass già nel 2014 senza mai più farci ritorno. La Dinamo Kiev sta giocando invece il secondo turno preliminare contro i turchi del Fenerbahce (0-0 all’andata nel campo neutro di Lodz, in Polonia).
I turni preliminari sono iniziati a fine giugno con il consueto mini-torneo di qualificazione riservato alle squadre delle federazioni più piccole con il coefficiente più basso: San Marino, Andorra, Estonia e Islanda. Lo hanno vinto gli islandesi del Víkingur, che però sono stati subito eliminati nel primo vero turno preliminare dagli svedesi del Malmö.
Il secondo turno si conclude questa settimana con le partite di ritorno, dove a sorpresa sembrano in bilico le qualificazioni della Dinamo Zagabria, che all’andata ha pareggiato 2-2 in casa contro i macedoni dello Shkupi, e del Malmö, che è stato battuto 1-0 a Vilnius dallo Zalgiris. È invece aperta a ogni eventualità la qualificazione dello Sheriff Tiraspol, la squadra della regione separatista moldava della Transnistria che l’anno scorso sorprese tutti battendo al Bernabeu il Real Madrid, poi vincitore del torneo. La regione che rappresenta è considerata parte dei piani di annessione della Russia e negli ultimi mesi è stata coinvolta lateralmente nella guerra.
È impegnato nel secondo turno preliminare anche il Qarabağ, la squadra di una città azera che non esiste più. Il nome infatti si rifà alla regione del Nagorno-Karabakh da tempo contesa tra Armenia e Azerbaijan. La sua città in origine era Agdam, completamente distrutta dai combattimenti e ora considerata una delle più grandi “città fantasma” al mondo. Per questo motivo la squadra si è trasferita da tempo a Baku, la capitale azera, dove è stata fatta diventare una sorta di simbolo nazionale anche grazie ai finanziamenti del conglomerato industriale Azersun, che negli anni l’hanno resa la squadra più forte del paese, anche degli stessi club di Baku.
Chi supererà il secondo turno troverà in quelli successivi le squadre qualificate con i coefficienti più alti, come Monaco, Rangers Glasgow e per la prima volta l’Union Saint-Gilloise, piccola squadra popolare di Bruxelles che nella passata stagione, da neopromossa, ha sfiorato la vittoria del campionato belga. Dopo aver concluso in testa la stagione regolare come non succedeva da 87 anni, ai playoff l’Union è stata superata in extremis dal Club Bruges, che ha vinto il titolo con quattro punti di vantaggio.
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