Fa troppo caldo, dal 1594
Già allora innescò una delle tragedie più celebri di sempre, quella di Romeo e Giulietta
«I pray thee, good Mercutio, let’s retire:
The day is hot, the Capulets abroad,
And, if we meet, we shall not scape a brawl;
For now, these hot days, is the mad blood stirring»
«Ti prego, caro Mercuzio, con questo caldo
è meglio andare a casa; poi i Capuleti sono fuori
e se dovessimo incontrarli, non potremmo evitare
una lite; in queste giornate torride,
il sangue s’infuria e ribolle»
William Shakespeare, Romeo and Juliet (1594-96), cioè Romeo e Giulietta, qui nella traduzione fatta nel 1948 dal poeta Salvatore Quasimodo per Mondadori
La tragedia di Romeo e Giulietta è ambientata a Verona che anche per gli inglesi del XVI secolo doveva essere un posto molto caldo. In questa scena, la prima del terzo atto, l’afa fa “ribollire” il sangue delle giovani bande rivali, i Capuleti e i Montecchi: si incontrano, si insultano, la situazione degenera e nello scontro muore Mercuzio, il cugino di Romeo, uno dei personaggi più amati e ricordati di Shakespeare. Mercuzio, morendo, maledice le due famiglie: la sua morte e la sua maledizione innescheranno il seguito della tragedia fino alla morte dei due protagonisti.