Dal 27 luglio si potranno bloccare le chiamate dei call center sul cellulare
Quelle che riceviamo dalle società di telemarketing per fini pubblicitari: ma i problemi potrebbero non risolversi del tutto
Dal 27 luglio qualunque numero di telefono italiano potrà essere iscritto al Registro pubblico delle opposizioni, il servizio gratuito che permette di non ricevere più telefonate pubblicitarie. Finora poteva essere fatto solo con i numeri fissi, ma un decreto del presidente della Repubblica entrato in vigore lo scorso 13 aprile ha incluso anche i telefoni mobili. Le società di telemarketing, quelle che propongono le pubblicità per via telefonica, hanno l’obbligo di adeguarsi alla nuova norma entro fine mese: dovranno cioè smettere di contattare i potenziali clienti che avranno inserito il loro numero nel Registro e tolto quindi la propria autorizzazione. Ci sono però perplessità sul fatto che la nuova norma possa risolvere il problema.
Secondo la legge, i call center possono contattare qualsiasi numero telefonico, ma solo se hanno ricevuto il consenso da parte dell’utente che ne è il proprietario. Il problema è che ottenere il consenso è semplicissimo: la richiesta è contenuta in molti dei moduli che bisogna compilare per l’accesso a vari servizi, dall’iscrizione in palestra all’attivazione di una carta punti di un supermercato. Spesso viene accettata distrattamente o senza troppa consapevolezza dalle persone, che poi non hanno idea di come poter annullare quella scelta.
Con la nuova iscrizione al Registro delle opposizioni, una persona potrà cancellare tutti i consensi pregressi che ha dato nel corso degli anni, e le chiamate non desiderate diventeranno illegali entro 15 giorni. Sarà anche possibile iscrivere il numero più volte, per eliminare autorizzazioni date inavvertitamente dopo la prima iscrizione. Le aziende di telemarketing avranno accesso a una serie di servizi per verificare quali numeri hanno chiesto il blocco delle chiamate, e quelle che non rispetteranno il nuovo regolamento potranno ricevere multe fino a 20 milioni di euro.
Resteranno possibili solo le telefonate da parte di quelle aziende con cui si ha un contratto attivo, o con cui lo si aveva fino a 30 giorni prima di iscriversi al Registro: per esempio, una persona potrà continuare a ricevere telefonate dal proprio operatore telefonico per 30 giorni dopo aver dato l’eventuale disdetta.
Ci sono tre modi per iscrivere il proprio numero di telefono al Registro delle opposizioni: compilando un modulo sul sito del servizio, chiamando un numero verde (800 957 766 da fisso, 06 42986411 da mobile), oppure inviando una mail all’indirizzo “iscrizione@registrodelleopposizioni.it” con allegato un modulo apposito che si trova sul sito.
La nuova norma era attesa da tempo e la sua approvazione ha avuto un percorso molto lungo e accidentato. Il Registro pubblico delle opposizioni infatti era stato istituito già nel 2010 con un decreto del presidente della Repubblica, ma per molti anni aveva riguardato i soli numeri fissi. I telefoni mobili erano rimasti esclusi in maniera piuttosto sorprendente, visto che ormai da tempo sono i più utilizzati dalle persone e i più coinvolti dalle chiamate promozionali dei call center.
Il regolamento era stato poi aggiornato nel 2018, ma diversi intoppi burocratici ne avevano ritardato l’applicazione: per esempio, all’epoca la norma non comprendeva la possibilità di bloccare le telefonate pubblicitarie automatizzate, quelle fatte con voci registrate, che sono sempre più diffuse. Ora questo problema è stato superato.
Nonostante si sia arrivati all’approvazione del nuovo regolamento, sono stati sollevati diversi dubbi sulla sua completa efficacia: lo ha fatto anche Anna Ascani, sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico, che è proprietario del Registro pubblico delle opposizioni. Molte società di telemarketing infatti agiscono già in modo illegale, e alcune di queste tentano direttamente di truffare i consumatori: è difficile pensare che decidano di adeguarsi adesso alla legge.
Ascani ha detto al CorriereComunicazioni che le società che agiscono illegalmente sono fondamentalmente di tre tipi: «Operatori non iscritti al ROC-Registro delle comunicazioni (a cui per legge dovrebbero essere iscritti, ndr); iscritti al ROC che affidano attività a call center delocalizzati all’estero e quindi non rintracciabili; operatori iscritti al ROC che violano il diritto di opposizione degli iscritti al Registro». Secondo Ascani, la varietà di queste aziende rende «difficile stimare le dimensioni del telemarketing illegale».
Ci sono insomma società che non si iscrivono appositamente al ROC, il registro degli operatori della comunicazione, per essere difficilmente rintracciabili dalle autorità, e altre che per la stessa ragione appaltano il sistema delle telefonate pubblicitarie ad aziende terze che hanno sede all’estero. Il nuovo regolamento non ammetterebbe che i dati personali degli utenti, come i numeri di telefono, vengano ceduti a terzi: il problema però è che per le autorità non è semplice risalire alle società che non sono iscritte al ROC e che agiscono illegalmente, a maggior ragione se hanno sede all’estero.
Il compito di individuare queste società e sanzionarle spetta al Garante per la protezione dei dati personali, a cui una persona potrà rivolgersi se dovesse continuare a ricevere le telefonate pubblicitarie.