Le primarie fra M5S e centrosinistra in Sicilia
Sabato si è votato per trovare un candidato presidente comune per le elezioni regionali, in un momento in cui la loro alleanza è in grossa crisi
Sabato si sono tenute le primarie organizzate dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle per scegliere un unico candidato presidente per le prossime elezioni regionali, che si terranno in autunno. Le primarie si sono svolte sia online, come chiesto dal Movimento 5 Stelle, sia in 32 seggi fisici, come voluto dal Partito Democratico. In totale si sono registrate per votare 42.205 persone (il termine ultimo per registrarsi scadeva giovedì). I candidati sono tre: Caterina Chinnici del Partito Democratico, Barbara Floridia del M5S e Claudio Fava di Sinistra Italiana. L’esito del voto si saprà probabilmente nelle prime ore di domenica 24 luglio.
Le primarie sono state organizzate settimane fa ma si tengono nel momento più complesso della già fragile alleanza fra centrosinistra e M5S: quest’ultimo aveva innescato la crisi politica che ha fatto cadere il governo guidato da Mario Draghi, sostenuto molto convintamente dal PD. E ormai da giorni diversi dirigenti del PD, compreso il segretario del partito Enrico Letta, sostengono che ricomporre un’alleanza per le elezioni politiche che si terranno il 25 settembre sia al momento fuori discussione.
Centrosinistra e M5S potrebbero presentarsi divisi a livello nazionale ma nella stessa coalizione in Sicilia. Da tempo infatti stavano portando avanti un’alleanza a livello locale che ha permesso loro di presentarsi con un unico candidato, per esempio, in 18 capoluoghi su 26 alle elezioni amministrative di giugno. In Sicilia poi sia il M5S sia il Partito Democratico che i movimenti alla sua sinistra siedono all’opposizione del governo regionale di Nello Musumeci, di centrodestra, che fra l’altro non ha ancora chiarito le sue intenzioni su una possibile ricandidatura.
Le primarie sono state in dubbio fino a venerdì, e ancora oggi non è chiaro se l’esito sarà rispettato dai partiti che le hanno organizzate, a causa delle tensioni a livello nazionale. Venerdì il capo del M5S Giuseppe Conte ha detto che «ormai la macchina delle primarie siciliane è partita e domani il Movimento vi prenderà parte», ma ha aggiunto: «in queste ore però leggo diverse dichiarazioni arroganti da parte del PD. Non accettiamo la politica dei due forni. Quel che vale a Roma vale a Palermo». Molto dipenderà da cosa succederà a livello nazionale nei prossimi giorni, in cui i partiti dovranno compilare le liste per partecipare alle elezioni politiche del 25 settembre e quindi prendere decisioni definitive sulle proprie alleanze.
Il PD sembra invece il più conciliante fra i partiti che stanno partecipando alle primarie. «A Roma può succedere di tutto. Ma in Sicilia proseguiamo il percorso», ha detto il segretario regionale del partito, Anthony Barbagallo, qualche giorno fa.
Del resto il PD ha espresso quella che i commentatori considerano la grande favorita delle primarie, cioè Caterina Chinnici. Ha 67 anni, è europarlamentare dal 2014 ed è figlia del magistrato Rocco Chinnici, ucciso dalla mafia siciliana nel 1983. Chinnici è piuttosto nota in Sicilia – alle elezioni europee del 2019 è stata la quarta candidata più votata nella circoscrizione Isole, con 112mila preferenze – e ha già un’esperienza in Regione: fra 2009 e 2012 fu assessora alla Famiglia nella giunta di centrodestra guidata da Raffaele Lombardo.
Nelle scorse settimane la campagna elettorale delle primarie è ruotata soprattutto sulle alleanze, oltre che su questioni storiche come il ponte sullo Stretto di Messina e l’estensione del welfare. «Ho grande stima per Caterina Chinnici ma devo chiarire che l’apertura fatta a Lombardo e agli autonomisti è per me del tutto irricevibile», ha detto di recente Claudio Fava, storico attivista antimafia nonché figlio del giornalista Pippo Fava, ucciso dalla mafia nel 1984. Fava si riferisce al fatto che nel corso di un dibattito fra candidati alle primarie, Chinnici aveva citato l’ipotesi di un’alleanza con Lombardo e il suo movimento, storicamente legato al centrodestra ma da anni in pessimi rapporti con Musumeci.
«Le parole di Claudio Fava mi sembrano il disegno di una persona che sta facendo i capricci solo per poi poter avere la scusa e dire “io me ne vado e mi candido lo stesso”», ha commentato Giancarlo Cancelleri, leader del M5S in Sicilia, che non ha partecipato alle primarie perché ha già compiuto due mandati da consigliere regionale, e il regolamento interno del M5S impedisce un terzo mandato consecutivo. Al suo posto il partito ha scelto di candidare Floridia, attuale sottosegretaria all’Istruzione del governo Draghi, molto meno nota ed esperta di Cancelleri.
Non è ancora chiaro quando si terranno le elezioni regionali in Sicilia: in teoria si dovrebbe votare fra ottobre e novembre, ma da qualche giorno si parla apertamente della possibilità che Musumeci si dimetta per anticipare il voto e farlo coincidere con quello delle elezioni politiche nazionali, in cui il centrodestra appare nettamente favorito, almeno ad oggi.