La Russia non vuole fermarsi al Donbass

Era un'ipotesi considerata probabile da molti esperti e ora è stata confermata dal governo russo: ma la resistenza dell'esercito ucraino potrebbe fermare tutto

Un soldato russo di guardia a un campo in un'area occupata vicino a Melitopol (AP Photo)
Un soldato russo di guardia a un campo in un'area occupata vicino a Melitopol (AP Photo)

Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, la Russia ha cambiato numerose volte i suoi obiettivi militari: dopo un primo periodo in cui mirava a conquistare la capitale Kiev, e dopo una serie di problemi e sconfitte per certi versi inaspettate, aveva deciso di concentrarsi esclusivamente sull’occupazione delle due regioni orientali che costituiscono la più ampia area del Donbass: Donetsk e Luhansk. Non era chiaro però se il cambio di obiettivo sarebbe stato qualcosa di definitivo o solo temporaneo, da rivalutare a seconda dell’andamento della campagna militare. Un’ipotesi molto circolata anche sui media russi, per esempio, era che l’esercito si sarebbe potuto spingere più a sud, per tagliare del tutto l’accesso dell’Ucraina al mare.

Quest’ultimo obiettivo è stato parzialmente confermato mercoledì dal ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.

Lavrov ha parlato della questione in un’intervista all’agenzia di stampa statale russa RIA Novosti, in cui ha detto che la Russia sta considerando la possibilità di avanzare anche verso le regioni di Zaporizhzhia e di Kherson, entrambe a sud dell’Ucraina, «e su vari altri territori». La decisione su cosa fare è «un processo ancora in corso», ha detto Lavrov, che però ha lasciato intendere che, se potrà, la Russia non si fermerà al Donbass. La Russia peraltro già controlla alcune parti delle due regioni.

Lavrov ha giustificato l’intenzione di espandersi oltre il Donbass come una necessità dettata dal fatto che «la geografia è cambiata». Per il ministro degli Esteri russo, il fatto che gli Stati Uniti abbiano rifornito l’Ucraina di lanciarazzi a lunga gittata (gli HIMARS) rende necessario avanzare ulteriormente la linea del fronte, per mettere al sicuro i territori occupati dai russi.

In realtà le parole di Lavrov non sono affatto una novità, e la questione degli HIMARS sembra tutto sommato pretestuosa.

Sui talk show russi, che sono notoriamente estremisti, si parla ormai da tempo di conquistare altre parti di Ucraina oltre al Donbass, e in particolare di tagliare al paese l’accesso al mare. Della questione parlano apertamente da settimane varie personalità politiche e mediatiche russe, senza particolari problemi: il famoso presentatore della tv pubblica Vladimir Solovyev lo ha fatto anche sulla tv italiana, alla trasmissione Porta a Porta.

Lavrov non è stato così esplicito: per tagliare del tutto l’acceso al mare all’Ucraina, i russi dovrebbero conquistare anche parte delle regioni di Mykolaiv e di Odessa, che Lavrov non ha citato, pur parlando di «altri territori» che potrebbero essere occupati. Ma che i russi proveranno a conquistare il sud dell’Ucraina se ne avranno l’occasione è un’ipotesi molto circolata tra gli esperti, e ormai data quasi per scontata.

Con la conquista del sud, la Russia otterrebbe vantaggi importantissimi: collegherebbe il territorio sotto il suo controllo a quello della Transnistria, repubblica filorussa su territorio della Moldavia, rafforzerebbe la posizione della penisola della Crimea e aumenterebbe enormemente il suo accesso al mar Nero.

Inoltre, la perdita dei territori meridionali sarebbe un danno gravissimo per l’Ucraina, dal quale il paese faticherebbe a risollevarsi: senza uno sbocco sul mare, l’Ucraina perderebbe gran parte dei suoi distretti economici più vitali e si troverebbe in enormi difficoltà a esportare la sua produzione di grano e altre derrate alimentari, come si è visto in questi mesi in cui i porti sono stati minati a causa della guerra.

Di fatto, se la Russia riuscisse a conquistare oltre all’est dell’Ucraina anche il sud, potrebbe a tutti gli effetti dirsi vincitrice: e sarebbe una vittoria reale, non soltanto di facciata. Significherebbe fare conquiste territoriali enormi e strategiche e provocare danni probabilmente irreparabili all’economia e allo stato ucraini. L’Ucraina diventerebbe uno stato più povero, meno dinamico e del tutto dipendente dagli aiuti economici dell’Occidente per svariati anni, mentre la Russia potrebbe godere del suo nuovo accesso sul mar Nero.

Non è affatto detto che la Russia riuscirà davvero a realizzare questi piani: secondo molti esperti, anzi, è piuttosto improbabile.

La conquista dell’oriente ucraino non è ancora completata (manca una grossa parte della regione di Donetsk), e benché in questo momento le forze russe abbiano interrotto il grosso degli attacchi, quando l’offensiva riprenderà è probabile che si ripresenteranno le difficoltà e gli ostacoli che l’esercito russo ha incontrato finora. L’avanzamento dei russi rischia di essere lento ed estremamente dispendioso in termini di uomini e di mezzi, e bisogna vedere in che condizioni si troverà l’esercito prima di avviare un’offensiva seria a sud. L’esercito ucraino, nel frattempo, potrebbe essersi rafforzato in maniera consistente grazie all’arrivo di ulteriori armi dall’Occidente.

Peraltro, in questo momento ad avanzare a sud sono gli ucraini, e non i russi: da settimane l’esercito ucraino sta compiendo una controffensiva per riconquistare la città di Kherson, con qualche successo limitato.