Riaprirà al culto la chiesa di Potenza dove fu trovato il corpo di Elisa Claps
Diventerà un “centro di spiritualità”: la famiglia della ragazza, scomparsa nel 1993, si è sempre opposta alla riapertura
Il vescovo di Potenza, Salvatore Ligorio, ha annunciato questa settimana che riaprirà al culto la chiesa della Santissima Trinità, nel centro storico della città: era stata chiusa dodici anni fa, dopo che nel sottotetto erano stati trovati i resti del corpo di Elisa Claps, che era scomparsa a Potenza 17 anni prima, il 12 settembre del 1993. Per lungo tempo la famiglia Claps e molte altre persone in città si erano dette contrarie alla riapertura della chiesa, altre avevano chiesto che cambiasse la sua funzione. La famiglia Claps si è molto lamentata anche dopo la recente decisione, ritenendo che le autorità ecclesiastiche locali non abbiano fatto abbastanza per spiegare il ritrovamento dei resti, che avvenne in circostanze poco chiare.
Claps scomparve quando aveva 16 anni: per il suo omicidio fu condannato a 30 anni di reclusione Danilo Restivo, ma solo dopo il ritrovamento del cadavere e mentre stava già scontando una pena di 40 anni in Inghilterra per un altro omicidio. Dal 2010 in poi la chiesa era rimasta chiusa: per i primi due anni sotto sequestro e poi per lavori di restauro.
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Già in quegli anni si era cominciato a parlare di una possibile nuova destinazione della chiesa, senza mai arrivare a soluzioni concrete, tra diverse proteste da parte di molti cittadini che sostenevano che sarebbe dovuta rimanere chiusa per rispetto di Claps. Ancora oggi non ci sono certezze su dove sia avvenuto il suo omicidio: si sa soltanto che il corpo rimase nel sottotetto della chiesa per molti anni.
Dopo un periodo di stallo, lo scorso anno il vescovo Ligorio aveva fatto sapere che erano ripresi i lavori e che la chiesa sarebbe stata riaperta, restando piuttosto vago sulla funzione che avrebbe dovuto assumere. I lavori sarebbero dovuti finire ad aprile ma in realtà sono ancora in corso, e in ogni caso sembra che termineranno entro quest’anno.
La comunicazione della riapertura era stata fatta il 17 marzo, nell’undicesimo anniversario dal ritrovamento del corpo di Claps, e Ligorio aveva detto: «Si tratta di una coincidenza non voluta ma che tuttavia assume un certo significato, in particolare di speranza per la Chiesa diocesana, per la città e per la mamma della cara Elisa con la quale ho avuto contatti assicurandole la mia vicinanza nella preghiera e informandola dell’evoluzione del progetto».
Benché dalle parole del vescovo Ligorio potesse sembrare una decisione presa in accordo con la famiglia Claps, o quantomeno con la madre, la famiglia si organizzò con un gruppo di qualche migliaio di cittadini per firmare una petizione, in cui si diceva che la riapertura sarebbe stata accettata solo dopo «una restituzione della verità, una parola di scusa» da parte dei rappresentanti della chiesa locale.
In una dichiarazione inviata al programma televisivo Chi l’ha visto, Gildo Claps, fratello di Elisa, aveva ribadito la contrarietà della famiglia, giudicando non ammissibile «con un colpo di spugna, cancellare 17 anni di omissioni e di menzogne offendendo la memoria di Elisa». Quello di cui la famiglia Claps si è sempre lamentata in questi anni è che il corpo della ragazza sia rimasto per moltissimo tempo nella chiesa senza che nessuno se ne accorgesse, o si assumesse le colpe per non essersene accorto.
In particolare la famiglia accusò il parroco di allora, don Domenico “Mimì” Sabia, di aver in qualche modo occultato il cadavere. Sabia morì nel 2008, prima del ritrovamento.
Martedì il vescovo Ligorio ha confermato la decisione, restando però ancora vago su cosa si farà di preciso nella chiesa una volta riaperta. Ha detto che sarà un «centro di spiritualità, di preghiera e di riflessione» e che rientrerà in una più ampia riorganizzazione funzionale della diocesi: «Nel centro storico di Potenza a causa anche del forte calo demografico degli ultimi decenni, si andrà nei prossimi mesi verso la costituzione di una sola unità pastorale».
Ligorio ha detto che la chiesa della Santissima Trinità sarà affidata a don Antonio Savone, che è già parroco della più grande cattedrale di San Gerardo, anch’essa nel centro storico di Potenza. Non è chiaro però se questo significhi che la chiesa della Santissima Trinità resterà aperta per la sola frequentazione dei credenti e senza un parroco che celebri le funzioni, o se invece si faranno anche messe, matrimoni, battesimi, eccetera.
In una nota, la famiglia Claps ha commentato: «Mascherare la riapertura della chiesa della Trinità dietro il paravento di una “riorganizzazione funzionale” denota ancora una volta tutta l’ipocrisia e la meschinità» delle autorità ecclesiastiche locali. La nota lasciava anche intendere che la famiglia è intenzionata a protestare nel giorno della riapertura, ma non sono state date ulteriori indicazioni sulle modalità.