Cosa non ha funzionato nell’Italia agli Europei
Data come possibile sorpresa, è stata eliminata al primo turno senza nemmeno una vittoria, come non succedeva dal 2005
Lunedì sera l’Italia femminile è stata eliminata al primo turno degli Europei di calcio in Inghilterra. Non si era presentata per vincerli, ma come possibile sorpresa e con un obiettivo realistico: il ritorno ai quarti di finale, a cui non partecipava dal 2013 e che invece erano stati raggiunti ai Mondiali di tre anni fa.
È andato tutto storto, fin dai minuti iniziali della prima partita contro la Francia che, per quanto favorita e superiore, è stata agevolata nella vittoria da un’Italia impreparata e indifesa. L’impatto all’esordio, in particolare con i cinque gol subiti nel primo tempo – nessuna squadra nella storia degli Europei ne aveva subiti tanti in soli 45 minuti – ha segnato più di ogni altra cosa il breve percorso fatto nel torneo, come hanno detto le stesse giocatrici dopo l’eliminazione di lunedì sera.
«Sapevamo che l’Europeo sarebbe stato un torneo difficile e che questo girone sarebbe stato equilibrato, eccetto la Francia. La prima partita ci ha condizionato sotto l’aspetto della tranquillità» ha detto dopo la sconfitta decisiva contro il Belgio la commissaria tecnica Milena Bertolini. Laura Giuliani, titolare in porta, le è andata dietro dicendo: «Il rammarico più grosso è quello di non aver dato tutto».
Dal 5-1 iniziale si è messo tutto in salita e la squadra non è più riuscita a riprendersi, anche contro avversarie alla portata come Islanda e Belgio. Ha così concluso il suo girone senza vittorie – come non succedeva dal 2005 – dopo due sconfitte e un pareggio. Tra queste quattro nazionali, ha avuto la peggior difesa, con 7 gol subiti a fronte di soli 2 fatti.
Bertolini aveva provato a raddrizzare la squadra cambiando formazione in tutte e tre le partite disputate, ma il risultato non è cambiato e anzi, si è ripetuto sempre lo stesso andamento. Nei primi tempi l’Italia ha faticato a entrare in partita, è stata lenta nei movimenti e ha commesso sempre molti errori tecnici, subendo le avversarie più del dovuto. Sei dei sette gol subiti sono infatti arrivati nei primi tempi, mentre il gol del Belgio è stato segnato a secondo tempo appena iniziato.
Le reazioni sono arrivate soltanto in situazioni di svantaggio e spesso hanno avuto l’effetto di sbilanciare la squadra in avanti: contro la Francia questo sbilanciamento ha portato a subire tre gol nei sette minuti precedenti all’intervallo, quando i gol di svantaggio erano già due. Nella seconda contro l’Islanda gli spazi concessi in difesa nel secondo tempo non sono costati dei gol soltanto per imprecisione e stanchezza delle avversarie. Contro il Belgio il controllo del gioco da parte dell’Italia è stato più evidente dopo lo svantaggio, ma tra nervosismo e stanchezza è mancata precisione e lucidità nelle giocate, spesso confusionarie, affrettate e concluse nel modo sbagliato.
Nel corso del torneo si è spesso parlato di stanchezza e superiorità fisica delle avversarie, ma i dati raccolti dallo staff della nazionale non dicono questo, come ha spiegato Bertolini dopo l’ultima partita e come hanno ribadito anche alcune giocatrici: al contrario, l’Italia avrebbe coperto in campo le stesse distanze delle avversarie, se non di più. È vero però che le giocatrici provenienti dalla Juventus – 9 su 23 e quasi tutte titolari – veniva dalla stagione più lunga mai disputata, con 41 partite ufficiali tra campionato e coppe: una frequenza a cui non erano abituate.
Il mancato contributo di alcune di loro è pesato parecchio, a partire dai gol: gli unici due sono stati segnati da Valentina Bergamaschi e Martina Piemonte, un’esterna e una centravanti di riserva, entrambe del Milan. Anche una giocatrice dal rendimento solitamente costante come Sara Gama — capitana sia alla Juventus che in Nazionale — si è trovata in grosse difficoltà, tanto da essere rimpiazzata in difesa nell’ultima partita, anche per persistenti problemi fisici.
È invece mancata per positività al coronavirus a poche ore dal debutto con la Francia la centrocampista Valentina Cernoia, tra le più esperte e non sostituibili per qualità, visione di gioco e caratteristiche tecniche (è una delle poche mancine e la migliore sui calci piazzati). Cernoia sarebbe stata una titolare inamovibile, ma ha potuto esordire soltanto nei minuti finali contro il Belgio.
In un torneo dove si decide tutto in poche partite e in cui non c’è molto tempo per risolvere i problemi, un’eliminazione al primo turno può essere messa in conto. In questo caso però la delusione è evidente, anche per le aspettative che circondavano la Nazionale e in generale il movimento femminile italiano, la cui crescita è stata confermata con il recente passaggio al professionismo nel campionato di Serie A. «Diciamo che le aspettative erano altissime e forse anche eccessive. Nel Mondiale abbiamo fatto qualcosa di straordinario, siamo andate oltre le nostre possibilità, e il Mondiale nella fase a gironi è più semplice rispetto all’Europeo. Io però so qual è il valore di questa squadra e credo che si poteva fare di più» ha detto Bertolini.
Non ci sono state invece dichiarazioni ufficiali né commenti da parte della federazione (FIGC), il cui presidente Gabriele Gravina non era in Inghilterra per altri impegni non specificati. L’assenza si è notata, anche perché al termine dei tornei i dirigenti federali sono soliti intervenire sul posto per fare un breve punto della situazione e, nel caso, rinnovare la fiducia nel progetto o nello staff tecnico, in particolare questo, che è legato alla federazione fino al prossimo anno.
Dopo l’eliminazione dall’Europeo, tuttavia, l’Italia avrà presto l’occasione di rifarsi, dato che a settembre ci saranno le ultime due partite di qualificazione ai prossimi Mondiali, in cui è prima nel suo girone con due punti di vantaggio sulla Svizzera. Il 2 e il 6 settembre giocherà contro Moldavia e Romania: le basterà mantenere il vantaggio in classifica per qualificarsi direttamente alla fase finale prevista nel 2023 in Australia e Nuova Zelanda.