In Malesia sono state sequestrate ossa di animali selvatici africani, tra cui specie a rischio di estinzione, per un valore di circa 18 milioni di euro
Le autorità della Malesia hanno sequestrato ossa e altre parti del corpo di animali africani – tra cui zanne di elefante e scaglie di pangolino (animali a rischio di estinzione) – per un valore di 80 milioni di ringgit malesi (circa 18 milioni di euro): si trovavano in un container su una nave proveniente dall’Africa e secondo le autorità si tratta del più grosso sequestro doganale mai avvenuto nel paese. Il sequestro è avvenuto il 10 luglio a Port Klang, il principale porto della Malesia (a una quarantina di chilometri dalla capitale Kuala Lumpur), ma è stato comunicato solo lunedì 18 luglio.
Le parti del corpo sequestrate comprendevano 6 tonnellate di zanne di elefanti africani, 100 chili di scaglie di pangolino, 25 chili di corna di rinoceronte e altri 300 chili di parti di altri animali (tra cui denti di tigre). Il commercio delle otto specie di pangolino esistenti al mondo è completamente vietato dalla Convenzione internazionale sul commercio delle specie in via d’estinzione (CITES, dall’acronimo inglese).
Non è chiaro dove sarebbero state vendute le parti di animali sequestrate, ma la Malesia è da tempo considerata uno dei principali luoghi di transito nel sud-est asiatico del contrabbando illegale di animali selvatici e a rischio di estinzione: solitamente la merce trafficata è poi diretta verso altri paesi asiatici, in particolare la Cina.