• Domenica 17 luglio 2022

Durante la pandemia i venditori di biglietti se la sono cavata bene

Il settore si è ripreso molto rapidamente, soprattutto grazie alle prevendite

di Lorenzo Puppo

(Omar Marques/Getty Images)
(Omar Marques/Getty Images)
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Per più di due anni, durante la pandemia da coronavirus, in Italia ci sono stati pochi concerti, ma le maggiori aziende di distribuzione di biglietti per eventi dal vivo hanno affrontato un periodo di difficoltà economica piuttosto breve.

Nel 2020 le regole poco chiare riguardo i rimborsi per gli spettacoli sospesi e l’impossibilità di prevedere un momento sicuro di ripresa per i concerti avevano bloccato il mercato quasi per intero. Nel secondo anno di pandemia, il 2021, c’è stata una ripresa nelle vendite di biglietti, mentre quest’anno il settore è riuscito a superare i livelli precedenti alla pandemia.

Live Nation Entertaiment, la multinazionale americana leader mondiale dell’organizzazione di eventi dal vivo, che possiede Ticketmaster, azienda numero uno al mondo per quanto riguarda la vendita dei biglietti, ha registrato un incremento nelle vendite del 36 per cento nel primo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2019, che era stato il più proficuo di sempre. TicketOne, la leader italiana del settore, nello stesso periodo ha incrementato le vendite del 67 per cento.

Il fatturato delle aziende che vendono biglietti è aumentato in termini assoluti all’inizio del 2022 benché la domanda per gli eventi sia rimasta relativamente stabile, e anzi gli organizzatori di spettacoli, in Italia, ritengano che sia ancora inferiore rispetto alle aspettative di grossa ripresa.

A marzo del 2020 le misure prese dal governo per contenere la diffusione del coronavirus avevano costretto i grandi organizzatori di eventi a rinviare quasi tutti gli spettacoli. Le aziende del settore dovettero gestire i biglietti già venduti, prima sostituendoli con voucher spendibili all’interno dello stesso circuito di vendita e poi anche tramite rimborsi. Le regole sulle modalità e sulle tempistiche dei rimborsi furono dettate dal governo e cambiarono più volte, creando molta confusione. In alcuni casi, per aggirare il problema, i venditori hanno deciso di rimandare gli eventi, anche più volte, senza emettere nuovi biglietti.

La situazione ha creato molti problemi sia per i clienti sia per i venditori, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei voucher. Gli eventi cancellati vennero rimborsati subito, e per quelli rimandati rimasero validi i biglietti emessi originariamente. Per tutti gli eventi la cui cancellazione non era sicura la soluzione fu di emettere un voucher spendibile nei diciotto mesi successivi, al termine dei quali, nel caso di mancata riprogrammazione dell’evento originale, sarebbe stato emesso un rimborso.

Nel 2020 TicketOne perse quasi l’80 per cento del suo fatturato, passando dai 65 milioni dell’anno precedente a 15. Live Nation Italia dovette far fronte a una riduzione di 75 milioni di euro di fatturato rispetto al 2019.

Stefano Lionetti, amministratore delegato di TicketOne, ha detto che la situazione li colse di sorpresa, e che venne fissata una data molto lontana nel tempo per la ripartenza: «L’aspettativa era di rimanere fermi almeno fino a giugno». Fu una previsione in gran parte ottimistica: secondo i dati della SIAE elaborati dal Sole 24 Ore il settore rimase fermo per quasi tutto il 2020, e ci furono solamente 13.793 concerti rispetto ai 39.844 del 2019. Furono quasi tutti concerti estivi, all’aperto e con pubblico limitato.

Il 2021 fu un anno di ripresa per le aziende di vendita dei biglietti, benché le normative impedissero di tornare a una piena capienza in stadi e palazzetti, dove si esibiscono i grandi artisti che garantiscono il grosso delle entrate del settore.

Le entrate sui biglietti furono costituite soprattutto da prevendite per eventi dell’anno successivo, che sostennero i fatturati delle aziende: «Noi viviamo di prevendita», dice Lionetti, ricordando che già nel 2021 TicketOne era tornata a un fatturato vicino a quello precedente alla pandemia. Per alimentare il mercato, gli artisti più importanti organizzarono nuovi tour per il 2022 e aggiunsero date a quelli già previsti.

Un altro fattore di crescita furono i piccoli spettacoli, che costituirono il grosso degli eventi organizzati. Sempre secondo i dati della SIAE, nel 2021 ci furono circa diecimila concerti in più rispetto al 2020.

Il mercato dei biglietti in Italia ha ricominciato a crescere in maniera sostenuta da gennaio di quest’anno: nel primo trimestre del 2022 TicketOne ha venduto 4,9 milioni di biglietti (per tutti i tipi di eventi dal vivo), il 67 per cento in più rispetto al 2019. A partire dal 1° aprile, poi, è stato di nuovo possibile organizzare eventi a piena capienza. Lionetti parla di un «successo incredibile» per il settore della vendita di biglietti: attualmente «la domanda c’è, è sostenuta ed è anche superiore alle aspettative».

La crescita del settore riguarda buona parte dei mercati del mondo, dove anzi in alcuni casi i concerti sono ricominciati molto prima che in Italia. Secondo le stime di FactSet, società americana che si occupa di proiezioni finanziarie, Ticketmaster otterrà nel 2022 una crescita a livello globale che porterebbe il suo fatturato oltre i livelli precedenti alla pandemia. A maggio di quest’anno Joe Berchtold, presidente e direttore finanziario di Live Nation Entertainment, ha annunciato che nei primi tre mesi del 2022 è stato organizzato il 44 per cento in più degli spettacoli rispetto allo stesso periodo del 2019, il miglior anno di sempre. Nello stesso trimestre, le sponsorizzazioni degli eventi sono aumentate del 75 per cento.

Questo e gli altri articoli della sezione Tra cultura e pandemia sono un progetto del workshop di giornalismo 2022 del Post con la Fondazione Peccioliper, pensato e completato dagli studenti del workshop.