RCS ricomprerà la sede del Corriere della Sera
Ha raggiunto un accordo con il fondo Blackstone per risolvere una lunga controversia sulla vendita: pagherà circa 70 milioni di euro
L’editore del Corriere della Sera, RCS Mediagroup, e il fondo americano Blackstone hanno annunciato di aver trovato un accordo per risolvere la controversia iniziata nel 2018 sulla vendita della sede del giornale in via Solferino a Milano. RCS pagherà 10 milioni di euro per risarcire le spese sostenute in questi anni da Blackstone e altri 59,9 per riacquistare il palazzo con la sede del Corriere.
Nel 2013, in un momento di grande difficoltà finanziaria per il giornale e per il suo editore, fu decisa la vendita del complesso di palazzi storici, che si trovano in una zona molto centrale della città: all’epoca ospitavano sia il Corriere della Sera che la Gazzetta dello Sport. I palazzi furono acquistati dal fondo di investimento Blackstone, uno dei più grandi al mondo, per 120 milioni di euro, tra numerose proteste e un grande sciopero da parte dei giornalisti del Corriere.
L’accordo di vendita prevedeva che Blackstone continuasse ad affittare una parte di quei palazzi a RCS, in modo da non spostare la redazione del Corriere, mentre la Gazzetta fu trasferita in un’altra sede (tra ulteriori proteste). Con il nuovo accordo RCS ricomprerà solo la parte che aveva ancora in affitto, cioè la sede del Corriere.
Nel 2016 Urbano Cairo divenne azionista di maggioranza di RCS e editore del gruppo, e decise due anni dopo di contestare quella vendita, sostenendo che fosse stata fatta a condizioni svantaggiose per RCS, costretta dalle difficoltà economiche di quel periodo. Iniziò così nel 2018 un procedimento legale (una richiesta di “arbitrato”) terminato a giugno di quest’anno, quando la Corte d’appello di Milano aveva respinto gli ultimi ricorsi di RCS e dato definitivamente ragione a Blackstone, che secondo i giudici aveva agito correttamente nell’acquisto.
Nel frattempo anche Blackstone aveva aperto una causa contro Cairo e RCS negli Stati Uniti, chiedendo un enorme risarcimento di danni (600 milioni di euro) perché il procedimento legale avviato in Italia aveva interrotto una nuova trattativa di vendita dell’immobile a un’altra società. Con l’annuncio di oggi le due società hanno fatto sapere di aver concordato «una reciproca rinuncia a tutte le azioni», che quindi farà decadere anche quella richiesta di risarcimento (evidentemente compresa almeno in parte nel risarcimento di 10 milioni di euro).