La “campagna sporca“ tra i Conservatori britannici
I candidati alla leadership del partito stanno impiegando mosse scorrette e accuse su fatti non confermati per attaccarsi fra loro
La campagna per la leadership del Partito Conservatore britannico, che deciderà il nuovo capo del partito e di conseguenza il nuovo primo ministro dopo le dimissioni di Boris Johnson, si sta caratterizzando per tutta una serie di mosse scorrette e accuse reciproche da parte dei candidati.
Mercoledì sera si è tenuto il primo giro di votazioni tra i parlamentari del partito, che ha ridotto i candidati a sei: Rishi Sunak, ex ministro dell’Economia, Penny Mordaunt, sottosegretaria al Commercio, Liz Truss, ministra degli Esteri, Kemi Badenoch, deputata, Tom Tugendhat, deputato, e Suella Braverman, procuratrice generale. Tra giovedì e venerdì si terranno altre votazioni, che ridurranno i candidati a due. Il nuovo leader tra i due candidati finali sarà poi scelto a settembre dai 200 mila iscritti al partito, e sarà annunciato il 5 del mese.
La breve campagna elettorale, cominciata di fatto questa settimana, è molto dura: i candidati si sono scambiati accuse pesanti e, come ha scritto Politico, si è tornati a parlare del Partito Conservatore come del “nasty party”, il partito cattivo, sporco.
Rishi Sunak, ex ministro dell’Economia di Johnson arrivato primo alle votazioni di mercoledì, è stato accusato da un altro ex ministro Conservatore, Jacob Rees-Mogg, di essere un «socialista», accusa pesante nella destra britannica. Circolano da giorni inoltre messaggi sui social network che accusano Sunak di essere un bugiardo e di aver tradito Johnson.
Anche la campagna elettorale di Sunak è stata accusata di usare mosse scorrette contro gli avversari, e di far circolare voci false per penalizzare o favorire gli altri candidati a seconda di chi avrebbe maggiori possibilità di perdere contro Sunak.
Altri candidati sono stati oggetto di accuse gravissime fatte circolare in maniera poco chiara: in questi giorni sono stati diffusi documenti di governo ed email riservate di Nadhim Zahawi, l’attuale ministro dell’Economia già escluso dalla competizione, e di Kemi Badenoch in cui si faceva allusione alla possibilità che avessero eluso o perfino evaso le tasse. Entrambi hanno smentito.
Jeremy Hunt, un altro candidato già escluso, ha scritto su Twitter che questa campagna sporca è problematica per il Partito Conservatore: «La nazione sta guardando, e ne ha abbastanza del nostro teatrino», ha detto. Sajid Javid, un altro candidato escluso, ha parlato di «gossip velenoso».