Torna il gran caldo
Nei prossimi giorni in Italia le temperature massime supereranno i 40 °C e non andrà meglio nel resto dell'Europa occidentale
Dopo una settimana con temperature tornate nelle medie stagionali, a partire da oggi in buona parte dell’Italia e del resto dell’Europa si registrerà un marcato aumento delle temperature massime a causa di una nuova ondata di calore. In Portogallo, Spagna, Francia e parte del Regno Unito le temperature massime rilevate sono già aumentate sensibilmente, mentre in Italia il caldo aumenterà nelle prossime ore, raggiungendo un primo picco entro venerdì in quasi tutto il paese. I modelli prevedono poi ulteriori aumenti della temperatura nella prossima settimana, con massime che in molte città italiane potranno superare ampiamente i 40 °C.
La nuova ondata di calore si aggiunge a quelle che abbiamo vissuto nelle settimane scorse, in marcato anticipo rispetto al solito e che hanno comportato numerosi disagi, problemi di salute e contribuito al peggioramento della siccità in buona parte dell’Italia. Le temperature massime e minime nel mese di giugno sono state abbondantemente sopra la media in quasi tutta l’Europa, confermando andamenti già rilevati negli scorsi anni riconducibili agli effetti del cambiamento climatico.
Da inizio settimana, in Portogallo le ondate di caldo e la mancanza di precipitazioni hanno favorito la diffusione di grandi incendi boschivi. I più estesi e preoccupanti sono stati contenuti e si stima abbiano incenerito decine di chilometri quadrati di foreste. Il Portogallo, come parte della restante Penisola iberica, è soggetto agli incendi estivi, ma negli ultimi anni la loro quantità è aumentata sensibilmente. Nei prossimi giorni la nuova ondata di calore porterà temperature massime fino a 47 °C in alcune aree del paese, con venti molto forti che potrebbero causare la diffusione di ulteriori incendi.
In Spagna la temperatura ha superato i 40 °C in Andalusia, Castiglia-La Mancia ed Estremadura, dove spesso nel periodo estivo si raggiungono massime piuttosto elevate. Nella Spagna settentrionale è invece più raro che siano rilevate temperature molto alte, ma per i prossimi giorni sono previste massime fino a 42 °C nella regione nord-occidentale della Galizia. Entro venerdì è previsto un aumento della temperatura in altre zone della Spagna, con massime che dovrebbero raggiungere i 47 °C nella parte sud-occidentale del paese.
In Francia per i prossimi giorni sono previste massime intorno ai 39 °C, con un’ondata di calore che potrebbe protrarsi per una decina di giorni. Le alte temperature influiranno sulla Festa della Bastiglia, che viene celebrata il 14 luglio per ricordare la Rivoluzione francese, con molte amministrazioni cittadine che hanno scelto di rivedere i loro piani per i festeggiamenti. In Francia non dovrebbero essere registrare nuove massime record, ma il prolungarsi dell’ondata di calore comporterà comunque rischi anche in termini di salute per le persone più a rischio, come gli anziani. La forte ondata di calore del 2003 causò la morte di almeno 15mila persone nel paese, secondo le stime più attendibili.
Le temperature massime sono aumentate in buona parte dell’Italia nelle ultime 24 ore, ma secondo le previsioni ci saranno ulteriori e marcati aumenti entro venerdì 15 luglio e una successiva settimana dove si potrebbero registrare massime ancora più alte. Per venerdì sono previsti picchi fino a 37-38 °C, con caldo afoso al Nord e al Centro.
La prossima settimana ci sarà un’ulteriore intensificazione dell’ondata di calore. Tra mercoledì 20 luglio e venerdì 22 luglio le massime supereranno in generale i 33 °C, ma ci saranno posti in cui si potranno superare i 40 °C, con picchi fino a 44-45 °C. Il caldo sarà intenso specialmente nelle grandi città del Nord e del Centro, con Torino, Milano, Firenze e Roma che potrebbero far registrare temperature massime sopra i 40 °C. Non è inoltre prevista una particolare escursione termica con le ore notturne, con temperature minime che difficilmente scenderanno sotto i 26-25 °C.
L’ondata di calore interesserà buona parte dell’Europa occidentale e secondo i modelli non sarà accompagnata da particolari precipitazioni, se non qualche temporale a livello locale. Le previsioni segnalano la possibilità di giornate di pioggia nell’ultima settimana di luglio, ma a distanza di un paio di settimane è ancora difficile prevedere con relativa precisione come sarà il meteo. In alcune aree del Centro e del Sud, il caldo potrebbe permanere per molti giorni, anche nel periodo finale del mese.
Nel caso di una ondata di caldo superiore alle aspettative, si potrebbero superare in alcune zone dell’Europa i record registrati nel 2003, una delle estati più calde di sempre. L’ultimo decennio conta alcuni dei mesi più caldi mai rilevati in Europa, dovuti soprattutto alle modifiche in alcune dinamiche atmosferiche cui ha contribuito il riscaldamento globale.
Una ricerca da poco pubblicata sulla rivista scientifica Nature Communications ha segnalato come l’Europea occidentale negli ultimi 40 anni sia progressivamente diventata estremamente soggetta alle ondate di calore, con temperature massime sempre più alte e una maggiore frequenza di periodi prolungati di caldo anomalo rispetto alle medie stagionali. Lo studio ha calcolato che la frequenza delle ondate di calore sta accelerando, rispetto ad altre aree del mondo, compresi gli Stati Uniti occidentali che devono fare da tempo i conti con gli effetti del cambiamento climatico, soprattutto in termini di siccità.
Il riscaldamento globale, causato in buona parte dalle attività umane, è indicato come il principale responsabile delle ondate di calore più sostenute che stiamo vivendo in questi anni. Prima di tutto perché è aumentata in generale la temperatura, considerato che quella media globale è di 1,1 °C più alta rispetto alla fine del Diciannovesimo secolo, quando la quantità di anidride carbonica (il principale gas serra) dovuta alle attività umane e immessa nell’atmosfera era molto più contenuta rispetto a oggi.
Lo studio ha rilevato come le ricorrenti ondate di calore abbiano iniziato a presentarsi in una fase in cui le correnti a getto atlantiche, i forti venti d’alta quota che spostano grandi masse d’aria da ovest verso est, si dividono molto più facilmente in due flussi più deboli. Le aree di alta pressione, cioè di tempo atmosferico stabile, permangono molto più a lungo sull’Europa determinando un aumento della temperatura che a sua volta contribuisce a renderle più grandi e difficili da dissipare per le correnti atmosferiche.
Non è chiaro se la divisione delle correnti a getto sia una conseguenza della presenza di queste aree di alta pressione difficili da rimuovere, o se queste ultime si formino proprio perché le correnti sono più deboli. Gli effetti sono comunque evidenti con periodi sempre più precoci e prolungati di caldo su buona parte dell’Europa, con piogge pressoché assenti.