Quattro ex dirigenti di Tepco, la società che gestisce la centrale nucleare di Fukushima, sono stati condannati a risarcire 95 miliardi di euro all’azienda per non aver previsto gli esiti del terremoto del 2011
Mercoledì un tribunale di Tokyo, in Giappone, ha condannato quattro ex dirigenti di Tepco, la più grande società energetica del paese, a pagare un risarcimento di 13mila miliardi di yen (95 miliardi di euro) alla stessa azienda, per non essere stati in grado di prevedere gli effetti del disastroso terremoto del 2011 sulla centrale nucleare di Fukushima. Tra i condannati ci sono anche gli ex presidenti di Tepco, Tsunehisa Katsumata e Masataka Shimizu. La causa civile nei confronti dei dirigenti dell’azienda era stata intentata da 48 azionisti, che li avevano incolpati delle enormi perdite subite dal gruppo dopo il terremoto.
Il verdetto si discosta da una sentenza penale di primo grado emessa nel 2019 che aveva invece assolto tre ex dirigenti di Tepco dall’accusa di negligenza per non aver previsto e attivato misure necessarie per prevenire e gestire i rischi dovuti alle conseguenze del terremoto e dello tsunami. Una sentenza di appello su quest’ultimo caso è prevista per il prossimo anno.