Guida di sopravvivenza al caos negli aeroporti
Consigli e raccomandazioni di esperti e addetti ai lavori per limitare i disagi legati ai ritardi e alle cancellazioni dei voli di quest’estate
Da diverse settimane il settore dei trasporti aerei, in Europa in particolare ma anche in altre parti del mondo, è interessato da gravi ritardi e frequenti cancellazioni dei voli, lunghe file agli imbarchi negli aeroporti e grande confusione e affollamento nelle aree di ritiro dei bagagli. È una situazione legata a una serie di fattori ma determinata in buona sostanza dalla mancanza di personale, dopo i licenziamenti dovuti alla pandemia, e dal concomitante e repentino aumento della richiesta dei servizi per via della ripresa del turismo.
Lunedì l’aeroporto londinese di Heathrow, uno dei più grandi e trafficati al mondo, si è scusato per i disagi e ha paragonato la crescita del volume di passeggeri negli ultimi 4 mesi a quello degli ultimi 40 anni. Ha inoltre comunicato che per poter gestire il traffico di passeggeri imporrà un limite giornaliero di 100 mila persone in partenza dall’aeroporto per due mesi, fino all’11 settembre.
Oltre alle scuse e agli avvisi di molte compagnie aeree e fornitori di servizi aeroportuali, sono emerse negli ultimi tempi sui media e sui social diverse raccomandazioni da parte di esperti e altri addetti ai lavori. Sono consigli utili a limitare i possibili disagi in vista dei ritardi e delle cancellazioni relative ai voli di quest’estate, già messe in conto da diverse compagnie aeree. Come ha detto l’analista Henry Harteveldt a NPR, «chi di noi ha in programma di viaggiare quest’estate deve presumere che qualcosa andrà storto ed essere contentissimo se non sarà così».
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Uno dei consigli più condivisi è prenotare i propri voli direttamente tramite le compagnie aeree anziché tramite tour operator o servizi forniti da terze parti. In questo modo, spiega il New York Times, potrebbe essere meno complicato e più rapido modificare il proprio itinerario in caso di cancellazione o ritardo del volo. Inoltre, come ripetuto spesso negli ultimi due anni, è bene informarsi in anticipo riguardo alla documentazione necessaria per il viaggio: sapere, in particolare, se il paese di destinazione richiede prove di vaccinazione o di negatività a un test per il coronavirus.
Alessandra Dinella, assistente di volo dal 2012, spiega che uno dei principali disagi delle ultime settimane per i passeggeri è stato il complicato recupero dei bagagli da stiva, a volte riconsegnati anche 4 o 5 giorni dopo il volo. Proprio per questo motivo, la settimana scorsa, il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità aveva suggerito di viaggiare soltanto con il bagaglio a mano.
«Il mio consiglio è di scegliere, se possibile, l’imbarco prioritario», aggiunge Dinella, descrivendo il servizio a pagamento – costa intorno ai 25 euro, ma dipende dalla compagnia – che permette ai passeggeri di essere tra i primi a imbarcarsi (chiaramente, il numero di posti di imbarco prioritario disponibili è limitato). Soprattutto garantisce di poter portare in cabina il bagaglio a mano, evitando che finisca in stiva a causa dell’eventuale esaurimento degli spazi disponibili a bordo. Se invece si ha proprio necessità di viaggiare con uno o più bagagli da stiva, meglio trasportare il necessario nello zaino in cabina e considerare la possibilità che trascorrano giorni prima di riavere le altre valigie.
Un suggerimento rivolto ai viaggiatori che non possono evitare di prenotare più di un volo, per poter raggiungere la propria destinazione, è di pianificare soste più lunghe del solito. «Meglio scegliere voli con un margine di tempo di almeno tre ore tra l’uno e l’altro», dice Dinella, ricordando peraltro che nel caso di ritardo del primo volo, se i voli sono gestiti da compagnie diverse, non sono previsti rimborsi da parte delle compagnie dei voli a seguire eventualmente persi.
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In un post su Facebook molto commentato e ripreso dai media, l’assistente di volo americana Kristie Koerbel ha recentemente descritto la situazione caotica negli aeroporti e dato altri consigli per arrivarci preparati, sempre che non sia possibile rinunciare del tutto. «Se è per meno di 7 ore, prendete una macchina! Non sto scherzando. Non c’è niente di divertente nel volare in questo momento. Con qualsiasi compagnia», ha scritto Koerbel.
Per le molte persone che invece non hanno alternative rispetto al viaggiare in aereo uno dei primi consigli è di scaricare sullo smartphone la app della compagnia con cui si viaggia, suggerimento condiviso anche da Dinella. È il modo più rapido per avere aggiornamenti sul proprio volo, dice Koerbel, «prima ancora che lo sappia l’equipaggio».
Un altro suggerimento utile è di preferire i primi voli del giorno, in fase di prenotazione, anche se questo significa nella maggior parte dei casi dover puntare la sveglia alle 3 per raggiungere in tempo l’aeroporto. Sono i voli con minore probabilità di subire ritardi o cancellazioni, ha spiegato Koerbel, e sono anche quelli che, se le cose si mettono male, rendono meno difficile ottenere una nuova prenotazione nella stessa giornata. È tuttavia una scelta che non implica necessariamente meno fila in fase di imbarco dei bagagli e al gate, dal momento che molti viaggiatori stanno ultimamente seguendo questo consiglio.
Per tutte le persone che non viaggiano nelle prime ore della giornata è poi del tutto controproducente arrivare troppo presto in aeroporto, con l’ansia di perdere il proprio volo. Ed è questa una delle ragioni delle lunghissime code delle ultime settimane, persino all’esterno dei terminal, secondo il giornalista freelance ed esperto di viaggi Simon Calder. «Sembra assolutamente folle ma un sacco di queste code sono formate da persone che hanno un volo alle 10 e si presentano alle 5», ha detto Calder al programma televisivo Good Morning Britain. E questo significa che i passeggeri che arrivano in aeroporto nel periodo di tempo specificato dalla loro compagnia aerea finiscono poi in code piene di altri viaggiatori arrivati troppo presto.
Riguardo al consiglio generale di preferire le prenotazioni dirette e non tramite agenzie e servizi di ricerca specializzati, Koerbel ha spiegato che ultimamente i voli sono sempre pieni e questo si riflette inevitabilmente sull’overbooking, la pratica delle compagnie di accettare prenotazioni in eccesso contando sul fatto che alcune persone poi disdiranno il volo o lo perderanno. Ma se nessuno rinuncia al proprio volo, come probabile, «chi pensi sarà il primo escluso? La famiglia che ha risparmiato qualcosa» utilizzando siti di ricerca dei voli al miglior prezzo, ha detto Koerbel.
Le difficoltà attuali negli aeroporti, che Koerbel ritiene più serie di quanto sembri dal racconto dei media, rendono le cancellazioni dei voli molto probabili. È quindi preferibile volare, se possibile, prima del necessario: anche un giorno prima, se è per ragioni importanti. «Ho visto persone perdere matrimoni, funerali, collegamenti internazionali, crociere e lauree», ha detto Koerbel, «e non c’era niente che potessi fare».
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In un recente articolo sul New York Times in cui ha ripreso alcuni dei consigli che aveva condiviso su Facebook, Koerbel ha descritto la situazione attuale come una tra le più critiche nella sua ventennale esperienza da assistente di volo. «Siamo a corto di personale e oberati di lavoro», ha scritto Koerbel, riferendosi anche al personale di terra, senza il quale «non c’è nessuno per parcheggiare gli aerei, guidare i pontili d’imbarco necessari a salire e scendere dagli aerei, caricare i bagagli e recuperarli, e acquisire le carte d’imbarco».
Di questo stesso problema ha parlato anche Kit Darby, fondatore di una società di consulenza che si occupa di aviazione, analisi per le compagnie aeree e formazione e assistenza dei piloti. Alla rete televisiva statunitense CBS ha detto che, in questo momento, sia operazioni ordinarie come la manutenzione degli aerei sia eventi banali ma frequenti come un temporale sono sufficienti a causare ritardi molto più lunghi del normale. «Mancano piloti, aerei e assistenti di volo aggiuntivi», e tutto questo fa sì che, nel complesso, «la catena sia resistente quanto il più debole dei suoi anelli».
Koerbel ha aggiunto che il personale degli equipaggi non può lavorare per più di 16 ore, e che sarebbe illegale lavorare oltre: «quindi non importa se hai un matrimonio, quando abbiamo finito abbiamo finito». E dato che al momento è molto improbabile che ci siano equipaggi di riserva, se il ritardo di un volo supera un certo limite il volo viene cancellato.
Un’ultima raccomandazione condivisa da Koerbel e rivolta ai passeggeri è di essere gentili con il personale di terra e con l’equipaggio, a maggior ragione in questo periodo di particolare stanchezza fisica e mentale per tutti loro. Per i passeggeri è anche il miglior modo per sperare di ottenere collaborazione e aiuto, laddove sia effettivamente possibile: perché «a nessuno importa che perderai la tua crociera se sei uno stronzo».