Domande e risposte sulla quarta dose

Chi può riceverla, dove e con quali tempi rispetto alla precedente vaccinazione o a un'infezione da coronavirus

(ANSA/FABIO FRUSTACI)
(ANSA/FABIO FRUSTACI)
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Lunedì sera il ministero della Salute ha pubblicato una nuova circolare che contiene le linee guida per le regioni per l’estensione della somministrazione della seconda dose di richiamo (quarta dose) del vaccino contro il coronavirus alle persone con più di 60 anni.

Il documento era atteso da giorni, dopo il consiglio dell’Agenzia europea per i medicinali e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) di rendere disponibile la quarta dose a una parte più consistente della popolazione rispetto a prima, anche alla luce delle nuove ondate di coronavirus in Europa. Prima della circolare del ministero, in Italia la quarta dose era prevista solamente per le persone con più di 80 anni o con particolari problemi di salute, perché più a rischio di sviluppare forme gravi di COVID-19.

Chi può ricevere la quarta dose?
In generale, la seconda dose di richiamo può essere somministrata a tutte le persone che abbiano almeno 60 anni e alle persone fragili, per esempio con problemi al loro sistema immunitario o più a rischio per la presenza di malattie respiratorie o cardiologiche. Solo contando gli over 60, riguarderà potenzialmente 13 milioni di persone.

Quanto tempo deve essere passato dal precedente richiamo?
Per poter ricevere il secondo richiamo devono essere trascorsi 120 giorni dal ricevimento della precedente dose di richiamo. La data di vaccinazione può essere recuperata consultando il proprio Green Pass o il proprio fascicolo sanitario elettronico.

Si può ricevere il richiamo anche se si è stati positivi di recente?
Una eventuale infezione da coronavirus avuta in precedenza non impedisce di vaccinarsi, a patto che siano trascorsi 120 giorni dall’ultima infezione successiva al richiamo.

Se non avevo fatto il primo richiamo?
In questo caso si rientra nella categoria di persone che possono accedere alla cosiddetta terza dose: poteva essere ricevuta anche in assenza di questa nuova circolare.

E se sono stato positivo senza saperlo?
In generale in questo caso viene consigliato di vaccinarsi ugualmente, anche se non si può sapere con certezza se siano trascorsi i 120 giorni indicati dal ministero della Salute. È comunque importante parlare di questa eventualità con il proprio medico o con il personale sanitario che si occupa dei vaccini, prima della somministrazione.

Quando iniziano le somministrazioni?
Con la pubblicazione della circolare, le regioni hanno informazioni e risorse necessarie per avviare da subito la vaccinazione con la quarta dose. Si dovrebbe iniziare praticamente da subito, anche se potrebbero esserci tempi tecnici diversi a seconda dei sistemi sanitari regionali.

Dove si riceve la quarta dose?
Il vaccino sarà somministrato negli hub vaccinali, dove ancora presenti e attivi, o ancora dal proprio medico di famiglia o in farmacia. Le modalità potranno essere differenti a seconda delle scelte delle regioni e delle disponibilità sui territori.

Si viene chiamati?
Anche in questo caso saranno le regioni a decidere come procedere, con eventuali campagne informative e il coinvolgimento dei medici di famiglia. La vaccinazione sarà comunque su base volontaria e, come per la somministrazione delle precedenti dosi, spetterà ai singoli informarsi e prenotarsi per ricevere il richiamo.

Che vaccino si riceve?
Salvo indicazioni diverse, saranno impiegati per la quarta dose i vaccini di Pfizer-BioNTech o di Moderna. In seguito alla fine della fase più intensa della campagna vaccinale in autunno, ci sono ampie scorte dei vaccini nei magazzini delle regioni e non sono previsti problemi di disponibilità.

Ma i nuovi vaccini aggiornati?
Arriveranno in tempo per la prossima stagione fredda, dopo l’autorizzazione da parte dell’EMA, e saranno in parte basati sulla versione oggi disponibile dei vaccini e in parte su una versione aggiornata contro la variante omicron, almeno nelle sue prime forme circolate a inizio anno.

Non conviene attendere quelli nuovi?
Il vaccino attualmente disponibile riduce di circa metà il rischio di infezione da coronavirus, ma soprattutto offre una protezione molto alta contro le forme gravi di COVID-19, che in alcuni casi possono rendere necessario il ricovero in ospedale e possono causare la morte. Anche se non è specifico per la variante omicron, essendo stato sviluppato sulle prime versioni del coronavirus in circolazione nel 2020, è comunque utile per proteggersi dalla malattia e per questo si è scelto di rendere la quarta dose accessibile a un maggior numero di persone. In Italia, come in altri paesi, è in corso una nuova ondata che rende necessaria qualche ulteriore precauzione.

Si potrà fare anche il vaccino nuovo in autunno?
Chi decide di vaccinarsi in questo periodo avrà terminato l’intervallo minimo di
120 giorni tra una somministrazione e l’altra a metà novembre, quindi teoricamente potrà sottoporsi a un nuovo richiamo con il vaccino aggiornato. Spetterà comunque al ministero della Salute e alle autorità di controllo decidere intervalli e tempi per la somministrazione di un eventuale nuovo richiamo in autunno.

Non fanno male tutti questi richiami?
Modalità e tempi di somministrazione dei richiami sono decisi dalle autorità di controllo come l’EMA e da quelle nazionali, come ministero della Salute e l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), sulla base delle ricerche scientifiche dei test clinici e delle evidenze emerse finora. I vaccini contro il coronavirus, specialmente a mRNA, si sono rivelati sicuri e hanno permesso di salvare milioni di vite in circa un anno di loro diffusione a livello globale.

Dove posso ottenere altre informazioni?
In queste ore le regioni si stanno attrezzando per avviare la somministrazione, e non dovrebbero esserci molte difficoltà considerato che comunque il secondo richiamo era già offerto a una fascia della popolazione, seppure più ristretta. Le informazioni potranno essere reperite sul sito della propria regione di residenza, chiamando il numero di pubblica utilità 1500 del ministero della Salute o chiedendo al proprio medico di famiglia.