La regione amministrativa speciale cinese di Macao chiuderà i suoi oltre 30 casinò, per contenere il coronavirus
Le autorità cinesi hanno deciso di chiudere i casinò nella regione amministrativa speciale di Macao, dove ci sono stati circa 1.500 nuovi contagi da coronavirus da metà giugno e dove già nelle ultime settimane erano state imposte molte misure di contenimento della pandemia. La chiusura dei casinò avrà effetto a partire da lunedì e durerà per tutta la settimana: l’ultima volta erano stati chiusi per 15 giorni a febbraio del 2020.
È una decisione notevole perché a Macao ci sono più di 30 casinò, da cui dipende gran parte della sua economia: è infatti l’unico posto in tutta la Cina in cui è legale il gioco d’azzardo e per questo accoglie durante tutto l’anno visitatori dalle altre zone del paese.
Come tutta la Cina, anche Macao segue la strategia che è stata chiamata “zero COVID”, con rigidi lockdown e test di massa su tutta la popolazione per frenare i focolai sul nascere, in grande controtendenza rispetto alle politiche di convivenza con il virus applicate ormai nella maggior parte dei paesi del mondo. Nonostante le autorità cinesi sostengano che a Macao non sia stato imposto un vero lockdown, la regione è sostanzialmente chiusa: sono rimasti aperti solo alcuni servizi essenziali come ospedali, farmacie e supermercati. Oltre 30 zone della città sono state classificate come ad alto rischio, cioè nessuno può entrare e uscire per 5 giorni, e 19mila persone (su 650mila abitanti) sono in quarantena obbligatoria.