Si sa ancora poco del movente dell’attentatore di Shinzo Abe
Secondo i media giapponesi potrebbe esserci di mezzo un movimento religioso, ma non ci sono certezze
Da quando venerdì mattina l’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe è stato ucciso con due colpi di pistola, la polizia non ha fornito molti dettagli sul possibile movente dell’attentatore, arrestato subito dopo aver sparato. Si sa che si chiama Tetsuya Yamagami, che ha 41 anni e che tra il 2002 e il 2005 aveva fatto parte della Marina militare giapponese.
Nella conferenza stampa tenuta venerdì pomeriggio dalla polizia, è stato detto che Yamagami dopo l’arresto aveva confessato l’omicidio e aveva detto di averlo commesso perché «provava rancore nei confronti di una specifica organizzazione» e perché riteneva che Abe ne facesse parte. La polizia non aveva detto però di quale organizzazione si trattasse.
La polizia non aveva specificato se fosse un gruppo politico o religioso, ma fin dalle prime ore successive all’attentato i media giapponesi avevano scartato l’ipotesi che potesse trattarsi di un’organizzazione politica. Sabato diversi media giapponesi hanno riportato un’indiscrezione non ancora confermata, e che per questo va presa con molta cautela, secondo cui nel corso degli interrogatori Yamagami avrebbe detto alla polizia di aver ucciso Shinzo Abe per via delle relazioni che quest’ultimo avrebbe avuto con la Chiesa dell’unificazione.
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La Chiesa dell’unificazione è un movimento cristiano fondato nel 1954 in Corea del Sud dal predicatore Sun Myung Moon, morto nel 2012, e da sua moglie Hak-Ja Han (79 anni). La chiesa ha diversi milioni di credenti, principalmente in Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti, e nel corso degli anni ha avuto grande visibilità soprattutto nelle occasioni dei “matrimoni di massa” celebrati da Moon: in Italia se ne parlò molto alcuni anni fa perché Moon celebrò il matrimonio di un arcivescovo cattolico, Emmanuel Milingo, generando un caso molto dibattuto e forti attriti con la Santa Sede.
La Chiesa dell’unificazione esiste ancora oggi, e grazie alle donazioni ricevute dai fedeli e agli investimenti eseguiti nel corso degli anni, è un impero economico che va ben oltre il movimento religioso e che comprende giornali, università, fabbriche e società finanziarie.
Secondo quanto scrivono i giornali giapponesi, Yamagami avrebbe detto alla polizia che sua madre era un’adepta del movimento religioso, a cui avrebbe fatto ingenti donazioni economiche che le avrebbero causato seri problemi finanziari. Yamagami avrebbe deciso di uccidere Shinzo Abe ritenendo che lui e il suo partito, i Liberal Democratici giapponesi, avessero legami con la Chiesa dell’unificazione. Sono solamente indiscrezioni dei giornali e quindi non vanno prese per sicure.
Non ci sono prove di particolari legami tra Abe e la chiesa di Moon. Si sa che Abe era di religione shintoista e che nel 2021 aveva partecipato a una convention della Chiesa dell’unificazione, in cui aveva fatto un intervento in video anche l’ex presidente americano Donald Trump. Non è chiaro nemmeno quanto la chiesa fosse vicina al partito di Abe, di centrodestra: si sa di certo che il reverendo Moon era un forte oppositore dei governi comunisti nei paesi asiatici e che spesso aveva espresso posizioni politiche di destra (in un caso anche perdonando gli autori della Shoah, sostenendo che era stata una punizione inflitta agli ebrei per aver ucciso Gesù).
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In mancanza di maggiori informazioni da parte delle autorità giapponesi, al momento non è possibile dire con certezza se ci sia un qualche legame tra la Chiesa dell’unificazione e l’assassinio di Abe.
Nel frattempo, sabato la polizia di Nara, la città dove è avvenuto l’attentato, ha ammesso che in quell’occasione ci sono state gravi falle nella sicurezza. Senza entrare troppo nei dettagli, Tomoaki Onizuka, capo della polizia locale, ha detto che sono in corso indagini per capire cosa non abbia funzionato.
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