Una giudice del Mississippi ha rifiutato la richiesta di bloccare una legge che renderà illegale l’aborto nello stato da giovedì
Martedì una giudice dello stato americano del Mississippi ha rifiutato di bloccare temporaneamente una legge che renderà illegale l’aborto nello stato nella maggior parte dei casi. È una di quelle leggi contro l’aborto chiamate “trigger laws”: cioè norme che erano state approvate negli scorsi anni in 13 stati americani e che sarebbero “scattate” (to trigger in inglese vuol dire “attivare”, “far scattare”) non appena la Corte Suprema degli Stati Uniti avesse eliminato il diritto all’aborto a livello nazionale.
È quello che è successo due settimane fa, e che ha permesso di vietare l’aborto in molti di questi 13 stati in modo automatico, senza bisogno di ulteriori passaggi legislativi e in molti casi nel giro di poche ore.
Nel Mississippi il divieto avrà effetto da giovedì: l’aborto sarà consentito solo nei casi in cui la donna rischi di morire, o in casi di stupro e incesto. L’unica clinica dello stato che praticava aborti aveva provato a contestare il divieto, citando in giudizio i funzionari statali, ma la giudice Debbra Halford ha rifiutato la richiesta. Al momento le “trigger laws” che vietano l’aborto sono state bloccate solo in 4 dei 13 stati americani in cui esistevano: Texas, Louisiana, Kentucky e Utah.
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