I voli low cost sono troppo low cost?
È quello che sostiene il capo di Ryanair, la principale compagnia low cost d'Europa: le tariffe economiche non sarebbero più sostenibili
Da settimane il settore delle compagnie aeree sta affrontando seri problemi di carenza di personale, perlopiù dovuta ai licenziamenti fatti negli ultimi due anni per far fronte alla crisi economica causata dalla pandemia. Sono problemi che riguardano tutte le compagnie, dalle più grandi alle più piccole, ma che nei prossimi mesi potrebbero avere ripercussioni soprattutto sulle cosiddette low cost, quelle che offrono tariffe molto basse, al netto di servizi piuttosto ridotti.
La principale conseguenza della mancanza di personale è che ogni giorno le compagnie sono costrette a cancellare centinaia di voli, lasciando a terra migliaia di viaggiatori, spesso senza preavviso o senza alcun annuncio. La situazione, già piuttosto critica, potrebbe peggiorare ulteriormente nelle prossime settimane, quando si attende un incremento del flusso di turisti in viaggio per le vacanze estive.
Le principali compagnie aeree mondiali per ora non sembrano aver trovato una soluzione: stanno cercando di velocizzare i processi di assunzione di nuovo personale per sopperire a quello mancante, ma non è una cosa semplice e non è chiaro se la situazione si stabilizzerà entro la fine dell’estate.
A complicare il tutto c’è l’aumento dei prezzi dei carburanti e dell’energia, che va avanti da diversi mesi e che è stato accentuato dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Di questo problema e di quali effetti potrà avere in futuro ha parlato di recente Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair, la più grande compagnia aerea low cost d’Europa.
Secondo O’Leary, la crisi che sta attraversando il settore aereo, unita all’inflazione e all’aumento dei costi di gestione, costringerà tutte le compagnie ad aumentare i prezzi dei biglietti. È un aumento che secondo O’Leary riguarderà in particolare le compagnie aeree low cost che in futuro non potranno più offrire tariffe estremamente basse e convenienti come hanno fatto finora.
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«È semplicemente diventato troppo economico. Trovo assurdo che ogni volta che volo a Stansted (aeroporto di Londra dove fa base Ryanair, ndr), il viaggio in treno fino al centro di Londra sia più costoso del biglietto aereo», ha detto O’Leary al Financial Times.
Le frasi di O’Leary sono parse a molti commentatori sorprendenti, considerando il fatto che Ryanair è stata la compagnia aerea low cost che più di tutte ha sempre puntato sull’economicità delle proprie tariffe.
In un certo senso, se quello che dice O’Leary avverrà, finirà un’era nel settore dei voli, in cui milioni di persone hanno potuto viaggiare in aereo a poche decine di euro. «È stato il mio lavoro [offrire viaggi aerei a buon mercato]. Ho fatto un sacco di soldi facendolo. Ma alla fine, non credo che nel medio termine i viaggi a un costo di 40 euro possano essere sostenibili. È un prezzo troppo economico», ha detto O’Leary, aggiungendo che in futuro le tariffe medie potrebbero salire a 50 o 60 euro circa.
Le dichiarazioni di O’Leary sono tanto più sorprendenti se si considera che Ryanair non è tra le compagnie che durante la pandemia hanno fatto grossi licenziamenti, e quindi nelle ultime settimane sta soffrendo meno di altre la crisi dovuta alla carenza di personale. Ciononostante, anche in Ryanair ci sono stati tagli al personale e agli investimenti in questi anni di pandemia, e queste misure sono state fortemente criticate dai lavoratori dell’azienda: in Italia, per esempio, a giugno ci sono stati due scioperi nazionali dei dipendenti di Ryanair, contro le cattive condizioni contrattuali e lavorative a cui sono sottoposti piloti, assistenti di volo e altri dipendenti.
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