La procura di Rimini ha chiesto l’archiviazione dell’indagine sulle molestie subite da una donna all’adunata degli Alpini di maggio

(ANSA/COMUNE DI RIMINI RICCARDO GALLINI)
(ANSA/COMUNE DI RIMINI RICCARDO GALLINI)

La procura di Rimini ha chiesto l’archiviazione dell’indagine sulle molestie subite da una donna nel corso dell’adunata degli Alpini che si era tenuta il 7 e l’8 maggio a Rimini e a San Marino. Dopo l’adunata, oltre cento donne avevano raccontato sui social network e ai giornali di aver subito molestie e abusi da parte di alcuni degli Alpini che stavano partecipando all’evento: una sola donna aveva presentato una denuncia formale, contro ignoti.

Martedì la procura di Rimini ha però fatto sapere di aver chiesto che il procedimento avviato dopo la denuncia della donna venga archiviato perché non ci sarebbero elementi per identificare i presunti colpevoli delle molestie nei suoi confronti, sia a causa del gran numero di persone presenti all’adunata sia perché non ci sarebbero abbastanza immagini fornite dalle telecamere di sorveglianza nella zona.

La procura ha anche fatto sapere che sia la donna che aveva presentato denuncia sia un’amica che era con lei, e che era l’unica testimone oculare della scena, non sarebbero state in grado di fornire particolari utili all’identificazione dei presunti autori delle molestie. Sulla richiesta di archiviazione ora si dovrà pronunciare il giudice per le indagini preliminari (gip).

L’Associazione Nazionale Alpini ha commentato dicendo di aspettarsi delle scuse, mentre il movimento femminista Non Una di Meno di Rimini, che per i fatti del 7 e 8 maggio aveva raccolto oltre 170 testimonianze di molestie, ha detto che consegnerà le memorie raccolte alla procura e che «nessuno deve chiedere scusa, ma gli Alpini devono fare un’autocritica e domandarsi se non ci sia qualcosa da cambiare all’interno della loro organizzazione o nella loro mentalità».

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