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  • Martedì 5 luglio 2022

Cosa c’è nella bozza della nuova Costituzione cilena

La tutela dell'ambiente e i diritti per i popoli indigeni, tra le altre cose: i cileni voteranno se approvarla il prossimo 4 settembre

Il presidente cileno Gabriel Boric (al centro) riceve la bozza della nuova Costituzione del paese dalla presidente dell'Assemblea costituente María Elisa Quinteros e dal vicepresidente Gaspar Domínguez. Santiago del Cile, 4 luglio (Marcelo Hernandez/ Getty Images)
Il presidente cileno Gabriel Boric (al centro) riceve la bozza della nuova Costituzione del paese dalla presidente dell'Assemblea costituente María Elisa Quinteros e dal vicepresidente Gaspar Domínguez. Santiago del Cile, 4 luglio (Marcelo Hernandez/ Getty Images)
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Lunedì è stata presentata la bozza finale della nuova Costituzione cilena, che se approvata il prossimo settembre sostituirà quella attualmente in vigore, redatta durante la dittatura militare del generale Augusto Pinochet nel 1980. La stesura della nuova Costituzione è vista come uno dei principali segnali del cambiamento avvenuto negli ultimi anni in Cile, un paese profondamente segnato dalle enormi proteste antigovernative del 2019. I 388 articoli della bozza contengono più tutele per l’ambiente, per le donne, per i lavoratori e per le popolazioni indigene che vivono nel paese: non sembrano però aver convinto pienamente chi dovrà votarla.

Il documento è stato presentato ufficialmente lunedì al presidente Gabriel Boric, eletto lo scorso dicembre con la coalizione di sinistra Apruebo Dignidad. La cerimonia si è tenuta nell’edificio in cui per un anno si era riunita l’Assemblea costituente, l’organo di 154 rappresentanti incaricato di scrivere la nuova Costituzione, composto da 77 donne e 77 uomini scelti mediante voto nel maggio del 2021.

La bozza della nuova Costituzione delega molti poteri allo stato in termini di erogazione di vari servizi ed estende la tutela dei diritti sociali, in particolare per quanto riguarda la salute, l’istruzione e le politiche abitative. Rafforza i diritti dei lavoratori, garantisce la parità di genere tra i rappresentanti delle istituzioni, a partire dai ministeri, e prevede il riconoscimento dei popoli indigeni, che sono il 13 per cento dei circa 18 milioni di cileni e che nella Costituzione in vigore dal 1980 non sono nemmeno nominati. Inoltre, sancisce il diritto universale all’acqua e il diritto della natura a essere protetta e rispettata.

I cileni decideranno se approvare o meno la nuova Costituzione – che sarebbe la prima al mondo scritta da un organo formato per metà da donne – con un voto previsto per il prossimo 4 settembre. Se la bozza sarà respinta, continuerà a rimanere in vigore la vecchia Costituzione, che negli anni è stata emendata in alcuni punti.


Commentando la nuova bozza, Boric ha detto che nonostante le «legittime divergenze» di opinioni sui contenuti del documento, i cileni possono essere «orgogliosi di aver scelto più democrazia, e non meno», in quello che ha definito «il momento di più profonda crisi politica, istituzionale e sociale che il paese ha visto negli ultimi decenni».

Le critiche al nuovo documento comunque non sono mancate.

Alcuni detrattori hanno contestato il fatto che tra le altre cose la bozza preveda di sciogliere il Senato per sostituirlo con una Camera delle Regioni, così come l’istituzione di un sistema giudiziario a parte, dedicato alle popolazioni indigene. Altri hanno criticato la composizione dell’Assemblea costituente, sostenendo che non rappresenti effettivamente la complessità della società cilena: due terzi dei suoi rappresentanti sono di sinistra, mentre il Parlamento è diviso praticamente a metà tra destra e sinistra.

Gli articoli sulla tutela dell’ambiente, invece, hanno messo in allarme il settore dell’estrazione mineraria, che rappresenta circa il 12 per cento dell’economia del paese. Un articolo della bozza per esempio vieta ogni attività di estrazione in prossimità dei ghiacciai cileni, dove si trovano alcune delle miniere più grosse di rame (il Cile è il primo produttore mondiale di rame e il secondo di litio).

La decisione di cancellare l’attuale Costituzione e scriverne una nuova era stata presa con un referendum nell’ottobre del 2020, in cui il 78,12 per cento dei cileni aveva votato a favore di questa possibilità. Adesso però sembra che i dubbi siano molti: secondo un sondaggio realizzato a giugno dalla società di analisi Cadem, il 51 per cento degli intervistati sarebbe intenzionato a respingere la nuova Costituzione, mentre solo il 34 vorrebbe approvarla. A gennaio le persone che si erano dette in favore di una nuova Costituzione erano il 56 per cento, quelle contro il 33.