L’Europa si sta preparando al taglio del gas russo
Molti governi temono che le riduzioni nelle forniture di queste settimane continueranno a peggiorare, con gravi conseguenze
I lavori di manutenzione programmata di Nord Stream, il grande gasdotto che collega la Russia alla Germania e all’Europa continentale, potrebbero provocare un’interruzione completa delle forniture di gas russo per due settimane in alcuni paesi europei, e una riduzione consistente in altri. I lavori dovrebbero cominciare l’11 luglio, ma vari governi temono che l’interruzione delle forniture non sarà temporanea, e che il regime russo approfitterà del pretesto per condurre una «guerra economica» contro l’Europa, come ha detto il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck.
Da settimane ormai la Russia ha ridotto notevolmente le forniture di gas all’Europa soprattutto tramite Nord Stream, con grosse conseguenze sia sulle economie dei paesi coinvolti sia sul prezzo del gas, che è notevolmente aumentato. Ora vari governi temono che queste riduzioni siano soltanto il primo passo verso un taglio completo.
Le preoccupazioni più urgenti riguardano soprattutto la Germania, che è il paese di destinazione di Nord Stream, e che dipende dal gas russo per un terzo del suo fabbisogno totale di energia. Attualmente, la Russia ha ridotto le forniture di gas nel paese del 60 per cento, citando come motivazione difficoltà di tipo tecnico, ma numerosi esponenti del governo tedesco hanno detto di essere convinti che presto si arriverà a un’interruzione completa delle forniture, e che la manutenzione dell’11 luglio potrebbe diventare il pretesto per giustificarla.
C’è il rischio che la manutenzione «diventi un periodo più lungo di manutenzione politica», ha detto Klaus Müller, il capo dell’agenzia federale tedesca che si occupa della rete energetica (Bundesnetzagentur). «Queste decisioni non sono casuali ma sono una guerra economica, perfettamente razionale e molto evidente», ha detto il ministro Habeck, che poi ha aggiunto, prevedendo ulteriori interruzioni all’invio di gas: «Dopo un’interruzione del 60 per cento [delle forniture di gas] il prossimo passo è logico».
Müller ha chiesto ai cittadini tedeschi di usare i tre mesi che rimangono prima della riaccensione dei riscaldamenti per prepararsi alla possibilità che il prossimo inverno il gas scarseggi: tra le altre cose, ha consigliato di fare immediatamente la manutenzione delle caldaie a gas, non in autunno, perché di solito una caldaia ben tenuta risparmia tra il 10 e il 15 per cento di gas. In alcune città, come per esempio Amburgo, si sta già considerando la possibilità del razionamento dell’acqua calda in alcune fasce orarie, anche se per ora si tratta soltanto di un’ipotesi.
Il governo tedesco sta inoltre studiando misure per salvaguardare le aziende energetiche locali, che sono particolarmente in difficoltà perché per legge possono scaricare sui consumatori soltanto una piccola parte dell’aumento dei prezzi dell’energia.
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Il problema della riduzione delle forniture sta colpendo principalmente la Germania, ma riguarda altri paesi in Europa, a partire dall’Italia.
Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, in un’intervista a Sky, ha detto che attualmente la riduzione del gas per l’Italia è del 15 per cento, ma che è probabile che a causa della manutenzione di Nord Stream «ci sarà ancora meno gas e i prezzi aumenteranno perché il mercato del gas è speculativo e ci sarà una ulteriore corsa all’accaparramento».
Anche Cingolani ha detto che, se la situazione continuerà così o addirittura peggiorerà, «avremo un inverno difficile», benché l’accumulo di scorte di gas sia a buon punto. Il governo, comunque, per ora ha escluso di adottare misure restrittive, anche se molto dipende da come andranno i prossimi mesi. L’Italia, come la Germania e altri paesi, sta cercando gas da fonti alternative alla Russia, e questa competizione è uno dei fattori dell’aumento del prezzo del gas.
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