I fenomenali falsi pollici dei panda
Su cui abbiamo appena scoperto una cosa nuova, grazie ad alcuni fossili vecchi almeno 6 milioni di anni
Gli unici animali ad avere un pollice opponibile, e dunque capaci di afferrare cose con le proprie zampe, sono alcune specie di primati, tra cui gli umani. È un’informazione che viene insegnata anche a scuola e che però potrebbe lasciare perplessi di fronte alla fotografia di un panda che mangia: se i panda non hanno pollici opponibili, come fanno a prendere, strappare e tenere ferme le canne di bambù, il vegetale che costituisce il 99 per cento della loro dieta?
La risposta è che possiedono dei falsi pollici: protuberanze presenti sui polsi delle zampe anteriori che svolgono il compito di pollice opponibile, mentre i veri pollici sono allineati a tutte le altre dita.
Gli ossi che stanno sotto i falsi pollici sono ossi sesamoidi radiali: ci sono anche nelle mani umane, più o meno dove i pollici si congiungono alle mani, e devono il loro nome al fatto che somigliano a semi di sesamo per la loro forma. Nei panda però non sono piccoli come nelle mani umane, ma molto ingranditi, ed è per questo che possono svolgere la funzione di pollici.
A confronto con i pollici opponibili dei primati sono più corti, ma permettono comunque ai panda di tener ben strette le canne di bambù mentre le tagliano coi denti per mangiarle. Hanno infatti una forma che ricorda vagamente quella di un uncino, e che permette di bloccare bene le canne.
I falsi pollici del panda sono noti come esempio di adattamenti evolutivi che possono originarsi da quelle che potrebbero apparire imperfezioni, in questo caso da sesamoidi ingranditi. Il noto biologo e divulgatore scientifico Stephen Jay Gould li popolarizzò in quanto tali in diversi dei suoi saggi, a partire dal libro che si intitola proprio Il pollice del panda (1980). In Bravo Brontosauro (1991) spiega:
Le vie complesse e curiose della storia assicurano che la maggior parte degli organismi e degli ecosistemi non possono essere il frutto di un disegno ottimale. In effetti, per fare un’affermazione ancora più forte, le imperfezioni sono la prova primaria dell’evoluzione, in quanto i disegni ottimali cancellano tutti i cartelli indicatori della storia.
Questo principio dell’imperfezione è stato uno fra i temi principali dei miei saggi per vari anni. Lo chiamo il principio del panda per onorare il mio esempio preferito, il falso pollice del panda. I panda sono discendenti erbivori di orsi carnivori. I loro veri pollici anatomici furono impegnati irrevocabilmente, molto tempo fa, a svolgere i movimenti limitati appropriati a questo modo di vita e universalmente sviluppati dai mammiferi carnivori. Quando l’adattamento a una dieta di bambù richiese una maggiore flessibilità di manipolazione, i panda non poterono riprogettare il loro pollice, ma dovettero aggiustarsi con un surrogato rimediato alla bell’e meglio: un osso sesamoide radiale ingrandito del carpo (polso), il “falso pollice” del panda. Il pollice sesamoide è una struttura approssimativa, tutt’altro che ottimale, ma funziona. Le vie della storia (l’impegno del vero polso in altri ruoli durante un passato irreversibile) impongono soluzioni di fortuna paragonabili a queste a tutti gli organismi. La storia fa sentire la sua presenza nelle imperfezioni degli organismi viventi: in questo modo noi sappiamo che le creature moderne avevano un passato diverso, che è stato convertito dall’evoluzione nel loro stato attuale.
Per anni i naturalisti si sono interrogati sulle ragioni per cui i panda non abbiano sviluppato, attraverso l’evoluzione, sesamoidi radiali ancora più lunghi, che permettessero loro di prendere e stringere le canne di bambù ancora meglio. Uno studio pubblicato il 30 giugno su Scientific Reports permette ora di fare un’ipotesi: un sesamoide più lungo sarebbe scomodo per la deambulazione.
Lo studio riguarda alcuni fossili di un genere di panda estinto, antenato dei panda attuali e chiamato Ailurarctos, trovati tra il 2010 e il 2015 nella regione cinese dello Yunnan e vecchi circa 6 o 7 milioni di anni. Gli Ailurarctos erano più piccoli dei panda, ma per quello che sappiamo condividevano con loro una dieta a base di bambù.
I fossili – l’osso di una zampa anteriore, denti e un sesamoide ingrandito – sono la più antica testimonianza di un falso pollice opponibile mai scoperta; in precedenza i falsi pollici più antichi che fossero stati trovati risalivano a decina di migliaia di anni fa e appartenevano a panda della stessa specie di quelli contemporanei. Rispetto ai sesamoidi dei panda di oggi, quello dell’Ailurarctos è un po’ più lungo e meno arcuato nella parte finale.
«Il falso pollice uncinato permette una presa più stretta sul bambù e al tempo stesso, dato che ha una punta meno protrusa, essendo arcuato, è meno d’impiccio negli spostamenti», ha spiegato il paleontologo del Museo di storia naturale di Los Angeles Xiaoming Wang, primo autore dello studio pubblicato su Scientific Reports: «Immaginate un panda che inciampa sui suoi falsi pollici ogni volta che si muove… per questo pensiamo che il falso pollice nei panda moderni sia diventato più corto, invece che più lungo».
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