Cosa è stato deciso nell’importante riunione della NATO
Il più grande rafforzamento della difesa europea dai tempi della Guerra fredda, e un cambio di approccio verso Russia e Cina
Alla riunione della NATO che si è conclusa giovedì a Madrid, considerata una delle più importanti degli ultimi decenni, sono state prese alcune importanti decisioni, seppur non inaspettate. L’Alleanza atlantica ha approvato il più grande riposizionamento di truppe dalla fine della Guerra fredda e in generale un complessivo rafforzamento delle difese in Europa, soprattutto al confine con la Russia. Ha rinnovato la sua posizione sulla Cina e ha avviato formalmente il processo di allargamento a Finlandia e Svezia.
Quest’ultimo passaggio era probabilmente il più importante, poiché l’ingresso dei due paesi nordici nell’Alleanza è una questione di grossa rilevanza strategica. Allo stesso tempo era forse il passaggio meno atteso. Molti analisti avevano sostenuto infatti che la NATO non sarebbe riuscita a convincere la Turchia in tempi brevi a togliere il veto che aveva messo sull’adesione di Finlandia e Svezia (la Turchia è membro della NATO, e per approvare nuovi ingressi ci vuole l’unanimità degli stati membri). Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha invece acconsentito martedì sera all’ingresso dei due paesi dopo aver ottenuto varie concessioni, permettendo così alla riunione di chiudersi con un ulteriore annuncio storico.
Questo non significa che Finlandia e Svezia siano già automaticamente dentro alla NATO: la loro candidatura dovrà essere approvata dai parlamenti di ciascuno stato membro, e questo potrebbe non soltanto rallentare il processo, ma anche provocare ulteriori problemi. Non è da escludere che Erdogan userà il passaggio parlamentare per fare altre richieste, o che lo facciano altri paesi.
Nuove truppe
Dal punto di vista militare il rafforzamento della NATO sul territorio europeo e soprattutto sul “fianco est” (cioè i territori più orientali dell’Alleanza, che vanno dall’Estonia a nord alla Bulgaria a sud) si svolgerà secondo le previsioni: come annunciato già prima del vertice, saranno create delle forze multinazionali di difesa (i cosiddetti “battlegroup”) in Slovacchia, Ungheria, Romania e Bulgaria, che si andranno ad aggiungere a quelli già presenti in Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania. Questi ultimi saranno inoltre allargati con nuovi soldati.
Inoltre la NATO Response Force, una forza composta da una porzione degli eserciti di tutti i paesi resi disponibili a rotazione, pronta a essere impiegata con una certa rapidità, passerà da 40 mila a 300 mila soldati.
L’Italia, ha spiegato il presidente del Consiglio Mario Draghi, assumerà il comando del battlegroup della Bulgaria, e invierà rinforzi anche in Romania e nei paesi baltici. In tutto, i soldati italiani inviati saranno 2.000, mentre altri 8.000 rimarranno in Italia come parte della NATO Response Force, «pronti, eventualmente fosse necessario».
Un’altra novità riguarda il fatto che gli Stati Uniti amplieranno il loro dispiegamento di forze in Europa, anche se in maniera relativamente ridotta: installeranno un nuovo quartier generale permanente in Polonia, manderanno circa un migliaio di soldati in Romania e rinforzeranno la loro presenza nei paesi baltici. Inoltre aumenteranno le difese aeree del Regno Unito (dove invieranno caccia F-35) e aumenteranno i sistemi di difesa antiaerea di Germania e Italia.
Lo “Strategic Concept”
Durante la riunione di Madrid, i paesi membri della NATO hanno inoltre approvato il NATO 2022 Strategic Concept, un documento programmatico che viene presentato una volta ogni dieci anni circa e indica le linee guida sulle strategie e il futuro dell’Alleanza.
È un documento tutto sommato generico, in cui però si stabiliscono alcuni princìpi strategici importanti. In particolar modo, è notevole il completo cambiamento di posizione nei confronti della Russia, dovuto ovviamente all’invasione dell’Ucraina e in generale all’aumento dell’aggressività russa all’estero. Nella versione precedente del documento, che era stata adottata nel 2010, la Russia era ancora definita un «partner strategico»; oggi invece si legge che la Russia è «la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza e alla pace degli Alleati e alla stabilità dell’area Euro-Atlantica».
La nuova versione del documento mostra inoltre come la NATO sia sempre più preoccupata anche delle posizioni assertive ed espansioniste della Cina: nel 2010 il paese non era nemmeno citato, mentre ora si legge che «le politiche ambiziose e coercitive della Cina costituiscono una sfida ai nostri interessi, alla nostra sicurezza e ai nostri valori».
Questo linguaggio è stato il frutto di mesi di negoziati tra gli Stati Uniti, che avrebbero voluto essere più decisi, e alcuni paesi europei, specie la Germania, che temono di mettere in pericolo le loro relazioni commerciali con la Cina.