La Francia ha negato l’estradizione dei dieci italiani condannati per reati di violenza politica
Spetterà ora alla giustizia francese presentare o meno ricorso: se non lo farà, la procedura nei loro confronti verrà archiviata
La Corte d’Appello di Parigi ha negato l’estradizione in Italia dei dieci ex militanti dell’estrema sinistra che nel 2021 erano stati arrestati in connessione a reati di violenza politica risalenti agli anni Settanta e Ottanta.
Le estradizioni richieste successivamente agli arresti da parte del governo italiano riguardavano Giorgio Pietrostefani, tra i fondatori del movimento Lotta Continua; gli ex brigatisti Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Maurizio Di Marzio ed Enzo Calvitti; l’ex militante di Autonomia Operaia Raffaele Ventura; Luigi Bergamin dei Proletari Armati per il Comunismo e Narciso Manenti dei Nuclei armati per il Contropotere territoriale.
La Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello francese si è opposta alle richieste di estradizione nei loro confronti facendo riferimento agli articoli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che prevedono il diritto all’equo processo e il rispetto della vita privata e familiare di imputati e condannati, dai cui reati in questo caso sono passati oltre trent’anni. Spetterà ora alla procura francese presentare o meno ricorso in Cassazione: se non lo farà, la procedura verrà archiviata.
In sette furono fermati il 28 aprile 2021, mentre gli altri tre si costituirono nei giorni successivi. In Italia la notizia era stata presa come prova di un cambio di posizione da parte del governo francese, che dagli anni Ottanta aveva offerto asilo a cittadini italiani indagati o condannati per atti criminali di ispirazione politica nell’ambito della cosiddetta dottrina Mitterrand. Dopo alcuni segnali, nel primo mandato del presidente francese Emmanuel Macron si era notato effettivamente un cambiamento, confermato dopo gli arresti dal ministro della Giustizia Éric Dupond-Moretti, che disse: «Spero che questa decisione permetterà all’Italia di voltare pagina in una storia impregnata di sangue e lacrime». Poco dopo gli arresti i dieci erano stati rilasciati, in attesa della decisione sull’estradizione.
Per la giustizia italiana Calvitti deve scontare 18 anni e sette mesi per associazione sovversiva, banda armata, ricettazione di armi e associazione con finalità di terrorismo. Alimonti ha una condanna a 11 anni e sei mesi per tentato omicidio, associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo. Cappelli, Petrella, Tornaghi e Manenti sono stati condannati all’ergastolo. Di Marzio deve scontare quindici anni per tentato sequestro e attentato. Ventura ha condanne che ammontano a vent’anni. Pietrostefani deve infine scontare una pena residua di 14 anni e 2 mesi per essere stato ritenuto mandante dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi, avvenuto a Milano il 17 maggio 1972, al termine di una serie di processi molto contestati.