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  • Mercoledì 29 giugno 2022

C’è un accordo fra i governi europei sul divieto di vendere auto a benzina o diesel

Sarà valido a partire dal 2035: Parlamento e Commissione Europea erano già favorevoli

(ANSA / Matteo Corner)
(ANSA / Matteo Corner)
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Nelle prime ore di mercoledì i ministri dell’Ambiente europei riuniti nel Consiglio dell’Unione Europea, l’organo in cui siedono i rappresentanti dei governi dei 27 stati membri, hanno trovato un accordo sulla posizione da tenere durante le trattative che terranno con Parlamento e Commissione Europea su diverse misure per contrastare il cambiamento climatico.

Tra le altre cose, il Consiglio ha detto che sosterrà il divieto di vendere auto con motori che producono anidride carbonica – quindi a benzina o diesel – a partire dal 2035 all’interno del territorio dell’Unione. Parlamento e Commissione erano già favorevoli: il divieto dovrebbe quindi essere ufficializzato quando le tre istituzioni troveranno un accordo complessivo sul resto del pacchetto di misure, chiamato “Fit for 55”, realisticamente nei prossimi mesi.

È una decisione molto rilevante che avrà un impatto su milioni di persone, e su cui fino a martedì non esistevano certezze.

Da settimane, fin da quando il Parlamento Europeo si era detto d’accordo a un divieto totale a partire dal 2035, diversi paesi spingevano per un termine più lungo, fino al 2040, o per condizioni più flessibili in modo da venire incontro alle esigenze dei produttori di auto. Fra questi paesi c’era anche l’Italia, oltre a Portogallo, Bulgaria, Romania e Slovacchia. In Germania le varie componenti che sostengono il governo di Olaf Scholz avevano posizioni diverse: i Verdi erano favorevoli a introdurre un divieto a partire dal 2035, i liberali dell’FDP erano contrari.

Non è chiaro se qualcuno di questi paesi abbia cambiato idea. Dato che la riforma del “Fit for 55” segue la procedura legislativa ordinaria europea, in Consiglio non era necessaria l’unanimità dei paesi per approvare una posizione comune, ma soltanto la cosiddetta “maggioranza qualificata”. Evidentemente i paesi contrari non hanno raggiunto la soglia minima per bloccare il provvedimento, fissata dalle norme europee sulla procedura ordinaria ad almeno 4 paesi che rappresentino più del 35 per cento della popolazione dell’Unione Europea.

«È stata una giornata lunga ma positiva per il contrasto al cambiamento climatico», ha commentato il vicepresidente della Commissione Europea con delega al Green Deal, Frans Timmermans.

Il “Fit for 55” (“Pronti per il 55”) è l’ambizioso piano contro il cambiamento climatico presentato dalla Commissione europea lo scorso luglio. Il piano si compone di tredici diverse iniziative politiche che nel complesso mirano a ridurre entro il 2030 le emissioni inquinanti del 55 per cento rispetto ai livelli del 1990, e poi a raggiungere la cosiddetta neutralità carbonica entro il 2050.

Il mandato negoziale deciso dal Consiglio prevede anche una rimodulazione del sistema ETS, il sistema di scambio di quote delle emissioni inquinanti per le aziende, e una dotazione fino a 59 miliardi di euro per il Fondo sociale per il clima, che dovrebbe sostenere la transizione ecologica nei paesi più indietro in alcuni settori chiave, come la produzione di energia. Ma su questi punti, per la misura definitiva bisognerà aspettare il negoziato fra Consiglio, Commissione e Parlamento.