Tre mesi per liberarsi di 14,5 miliardi di sterline
La Banca centrale del Regno Unito sta passando a nuove banconote a base di polimeri e ha invitato la popolazione a spendere o cambiare quelle di carta entro fine settembre
La Banca Centrale del Regno Unito ha invitato i cittadini britannici a spendere o depositare in banca tutte le banconote di carta da 20 e da 50 sterline in loro possesso, entro il prossimo 30 settembre. L’invito riguarda nel complesso 14,5 miliardi di sterline (16,9 miliardi di euro) e deriva dal piano per eliminare tutte le vecchie banconote, in modo da lasciare in circolazione solo quelle più recenti e prodotte utilizzando un particolare polimero, che le rende meno soggette all’usura. Il passaggio renderà il Regno Unito la prima economia avanzata a utilizzare solo banconote prodotte con materiali simili alla plastica.
I polimeri (grandi molecole) sono i costituenti delle materie plastiche e le rendono per esempio flessibili o più resistenti agli agenti esterni. Negli ultimi anni il loro impiego è diventato sempre più frequente nelle banconote, perché a differenza delle fibre di cellulosa della carta tendono a consumarsi di meno. Le banconote realizzate con i polimeri sono inoltre poco assorbenti, non si sporcano più di tanto e soprattutto resistono ai lavaggi. Nella fase di produzione e stampa è possibile aggiungere inchiostri particolari e altri elementi che rendono più difficile la contraffazione.
Le nuove banconote mostrano un ritratto della Regina Elisabetta II su un lato, mentre sull’altro il soggetto cambia a seconda del taglio della banconota.
Su quella da 5 sterline, per esempio, c’è un ritratto di Winston Churchill, primo ministro britannico durante la Seconda guerra mondiale. La banconota fu emessa alla fine dell’estate del 2016 ed è quindi già in circolazione da diverso tempo.
Sulla banconota da 10 sterline è invece ritratta Jane Austen, tra le più famose scrittrici britanniche.
Su quella da 20 sterline è mostrato J.M.W. Turner, uno dei più importanti pittori del diciannovesimo secolo.
La banconota da 50 sterline, tra le più recenti finora emesse, mostra invece Alan Turing, considerato tra i pionieri dell’informatica e dell’intelligenza artificiale, che diede un contributo fondamentale a decodificare i codici utilizzati dalla Germania nazista per comunicare durante la Seconda guerra mondiale. La sua vita ebbe fasi di grande dolore e tragedia legati alla persecuzione della sua omosessualità, che fu trattata come un crimine e perseguita con trattamenti forzati di ormoni.
Le vecchie banconote di carta che a fine settembre non potranno essere più utilizzate mostrano Adam Smith, importante economista scozzese, e gli inventori e imprenditori James Watt e Matthew Boulton. I negozianti non potranno più accettarle da inizio ottobre, ma chi ne avrà ancora in tasca per allora potrà comunque cambiarle per qualche tempo negli uffici postali e nelle banche.
Il Regno Unito è tra i paesi in cui si effettuano più pagamenti elettronici e con carte di credito, ma l’uso delle banconote continua comunque a essere piuttosto diffuso. Le nuove emissioni dovrebbero durare più a lungo, anche se negli scorsi anni la loro produzione aveva ricevuto qualche critica da parte di qualche associazione animalista per l’impiego nel processo del sego, un grasso animale simile allo strutto. Le autorità britanniche avevano comunque mantenuto il processo industriale senza modificarlo, spiegando che cambiamenti con grassi di altro tipo avrebbero inciso eccessivamente sui costi di produzione.
A differenza delle nuove sterline, le banconote degli euro non sono prodotte utilizzando polimeri, ma pura fibra di cotone. Il sistema consente di avere banconote resistenti e di impiegare ugualmente inchiostri e particolari soluzioni per ridurre il rischio di contraffazione. Attualmente nei paesi dell’Unione Europea che adottano l’euro sono in circolazione soprattutto le banconote della “Seconda serie” (ES2) emesse a partire dal 2013. Alla fine dello scorso anno, la Banca centrale europea ha avviato un piano per ridisegnare le banconote attraverso una competizione pubblica, con l’obiettivo di mettere in circolazione le nuove versioni a partire dal 2024.