Cosa sappiamo sulla sparatoria a Oslo
La polizia considera l'attacco, in cui sono state uccise due persone e ne sono state ferite 21, un atto di terrorismo legato all'estremismo islamico
In Norvegia stanno procedendo le indagini sulla sparatoria avvenuta sabato notte in centro a Oslo, in cui sono state uccise due persone e ne sono state ferite in totale ventuno, di cui dieci in maniera grave. La polizia ritiene che l’attacco di sabato possa essere stato un atto di terrorismo legato all’estremismo islamico: l’uomo arrestato, un cittadino norvegese di origine iraniana di cui non è stato reso noto il nome, aveva precedenti penali ed era conosciuto ai servizi di intelligence, ma non era reputato pericoloso.
La sparatoria era iniziata intorno all’una di notte di sabato nel London Pub, un locale gay piuttosto conosciuto, per proseguire nelle strade vicine, nei pressi del club jazz Herr Nilsen e di un negozio di street food. L’uomo sospettato di aver compiuto l’attacco era stato arrestato alcuni minuti dopo dalla polizia, che gli aveva sequestrato una pistola e un fucile automatico: adesso è incriminato con l’accusa di omicidio, tentato omicidio e attentato con finalità terroristiche.
L’intelligence norvegese ha definito l’attacco un «atto di terrorismo islamico» e ha parlato di «una situazione irrisolta di terrorismo». Roger Berg, funzionario dell’intelligence, ha detto in una conferenza stampa che il sospettato aveva «una lunga storia di violenze» ed era conosciuto alle autorità come persona «a rischio di radicalizzazione» nell’ambito dell’estremismo islamico, aggiungendo che in passato aveva avuto problemi di salute mentale.
In un’intervista al programma BBC Newshour, il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre ha spiegato che l’uomo era stato interrogato a maggio, ma che non era stato considerato un possibile pericolo. Nel frattempo, l’intelligence ha innalzato il livello di allerta per atti di terrorismo al massimo livello, precisando comunque che al momento non c’è «alcuna indicazione» che faccia pensare a ulteriori attacchi.
Secondo la polizia norvegese «c’è motivo di pensare che [l’attacco di sabato] sia un crimine d’odio». Per ora comunque si sta indagando per capire se l’obiettivo della sparatoria fossero le persone della comunità LGBTQIA+ o se il sospettato avesse altre motivazioni.
Sabato pomeriggio a Oslo avrebbe dovuto tenersi la manifestazione del Pride, la serie di eventi promossi dai movimenti che difendono i diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, queer, intersessuali, asessuali e che si identificano con altre identità di genere ed espressioni di orientamento sessuale. Su raccomandazione della polizia l’organizzazione di Oslo Pride aveva cancellato tutti gli eventi previsti per sabato: ciononostante centinaia di persone si sono ritrovate per marciare vicino al luogo dell’attacco, lasciandovi fiori e bandiere con i colori della comunità LGBTQIA+.