Mercurio visto da molto vicino
La sonda BepiColombo ha da poco realizzato un nuovo passaggio ravvicinato, fotografando la superficie del pianeta più vicino al Sole
Nella mattina di giovedì 23 giugno, la sonda BepiColombo, realizzata dall’Agenzia spaziale europea (ESA) in collaborazione con quella giapponese (JAXA), ha compiuto un nuovo passaggio ravvicinato a Mercurio, il pianeta più vicino al Sole. La manovra, necessaria per l’avvicinamento della sonda al pianeta che proseguirà fino al 2025, ha permesso di scattare alcune nuove fotografie di Mercurio, che potranno essere utili per nuove analisi delle caratteristiche della sua superficie e della sua composizione.
BepiColombo è passata ad appena 200 chilometri di distanza dal pianeta, ma siccome la sonda ha iniziato il passaggio ravvicinato sulla parte di Mercurio in cui era notte, le prime immagini sono state scattate circa cinque minuti dopo quando la sonda si trovava a 800 chilometri di distanza.
La sonda ha continuato a scattare fotografie per circa 40 minuti, mentre continuava ad allontanarsi dal pianeta. Ciò ha permesso di scattare fotografie di Mercurio con la luce solare radente, grazie alla quale sono diventate più evidenti le asperità del terreno.
Tra le altre cose, BepiColombo ha fotografato il Bacino Caloris, un cratere che si è formato in seguito all’impatto con un altro corpo celeste e il cui diametro è di quasi 1.400 chilometri. Oggi il bacino appare come una grande pianura ed è il più grande da impatto presente su Mercurio, nelle vicinanze dei Caloris Montes, monti che raggiungono i 2mila metri di altitudine.
La sonda ha intanto proseguito il proprio viaggio, che la porterà ad avvicinarsi sempre di più a Mercurio, fino a poterlo analizzare da vicino e con più calma nel corso della missione scientifica vera e propria, che inizierà nei primi mesi del 2026.
Il nome “BepiColombo” deriva da Giuseppe Colombo, detto Bepi, un matematico e astronomo italiano che nel Novecento dedicò molti dei propri studi a Mercurio e alla sua esplorazione. Fu Colombo, per esempio, a proporre alla NASA il sistema di traiettorie interplanetarie da seguire, sfruttando la spinta orbitale di Venere, per permettere alla sonda Mariner-10 di compiere passaggi ravvicinati.
BepiColombo è costituta da due sonde. Mercury Planetary Orbiter (MPO) si manterrà a un’altitudine compresa tra i 480 e i 1.500 chilometri dalla superficie di Mercurio. Ha numerose strumentazioni per realizzare rilevazioni ed esperimenti. Tra queste ce ne sono diverse progettate in Italia: ISA, per studiare la struttura interna del pianeta, MORE per rilevarne con più precisione il campo gravitazionale, SERENA per studiare le interazioni tra Mercurio e il Sole, SIMBIO-SYS per studiare la storia geologica del pianeta e la composizione del terreno.
La seconda sonda, Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO), si comporterà come una sorta di trottola, che ruoterà su se stessa 15 volte al minuto, a una distanza compresa tra 590 e 11.640 chilometri dalla superficie di Mercurio. Avrà il compito di raccogliere dati sulla magnetosfera di Mercurio, cioè sul campo magnetico generato dal pianeta, significativo nonostante le sue ridotte dimensioni. Dalle osservazioni delle precedenti sonde, sappiamo che il pianeta riesce a deviare parte del vento solare, riducendo i processi che altrimenti consumerebbero velocemente la sua superficie (erosione).
Mercurio è un pianeta roccioso come la Terra, ma la sua vicinanza al Sole lo rende decisamente inospitale: la temperatura sulla sua superficie varia, a seconda dei periodi e delle zone, tra i 430 °C e i -180 °C. Ai suoi poli ha zone costantemente in ombra, dove sono presenti ammassi di ghiaccio, ma in media la sua superficie è arrostita dai raggi solari. La presenza di crateri e irregolarità ci dicono che su Mercurio ci sono stati terremoti ed eruzioni vulcaniche, un po’ come dalle nostre parti. Mercurio ha un diametro di appena 4.879 chilometri, meno della metà di quello del nostro pianeta.