La Germania ha eliminato il divieto di dare informazioni sull’aborto
Abolendo un articolo del codice penale che risale all'epoca nazista, che vietava ai medici di parlare pubblicamente dei metodi utilizzati per farlo
Venerdì 24 giugno il Bundestag, il Parlamento tedesco, ha deciso di abolire un articolo di legge che risaliva al periodo nazista e vietava ai medici di fornire informazioni sulle procedure utilizzate per procurare un’interruzione di gravidanza. Con questa decisione, ora medici e operatori sanitari potranno dare liberamente informazioni sull’aborto senza il timore di essere multati o condannati.
In Germania l’interruzione di gravidanza è regolata dagli articoli 218 e 219 del codice penale. Il primo indica l’aborto come un reato, ma specifica anche le condizioni alle quali non è punibile, ovvero entro le 12 settimane dal concepimento e oltre le 12 settimane nei casi di stupro, pericolo di vita della donna o malformazioni del feto.
Il secondo riguarda il diritto alla consulenza medica, ma con il punto 219a proibiva ai medici di dare informazioni sulla possibilità di abortire se queste erano in qualche modo legate alla promozione dei loro stessi servizi, punendoli con multe e pene fino a due anni di carcere. Ciò significava anche che una donna che decideva di abortire non poteva accedere a tutte le informazioni necessarie per farlo in maniera preparata.
Venerdì hanno votato a favore dell’eliminazione dell’articolo 219a i parlamentari di Die Linke, di sinistra radicale, e quelli dei partiti che sostengono il governo del cancelliere Olaf Scholz, cioè i socialdemocratici, i Verdi e i Liberali del Partito Liberaldemocratico (FDP), che avevano proposto la riforma lo scorso novembre durante i negoziati di coalizione. Hanno invece votato contro i partiti conservatori, tra cui l’Unione cristianodemocratica (CDU) e Alternativa per la Germania, di estrema destra.
L’articolo 219a era stato introdotto nel 1933 dal partito nazista come parte di una campagna demografica per la protezione della cosiddetta “razza ariana”. Chi si oppone al diritto di aborto lo ha invocato sistematicamente per intimidire e colpire medici e cliniche, col risultato che attualmente in tutto il paese ci sono circa 1.200 strutture dove è possibile abortire legalmente, ottocento in meno di quelle attive vent’anni fa.
La politica aveva cominciato a occuparsi della questione nel 2017, quando i movimenti femministi avevano avviato una campagna per protestare contro la decisione di un tribunale dell’Assia di multare Kristina Hänel, una ginecologa che aveva pubblicato sul proprio sito un documento in cui dava indicazioni sull’aborto farmacologico e chirurgico. Poco prima del voto di venerdì, Hänel aveva detto alla tv pubblica ZDF che eliminare il paragrafo avrebbe garantito alle donne il diritto di essere informate sull’aborto.
– Leggi anche: Cosa succede ora negli Stati Uniti con l’aborto