Il “Diario di Anna Frank”, 75 anni fa
Fu pubblicato per la prima volta il 25 giugno del 1947, diventando una delle più importanti e conosciute testimonianze dell'Olocausto
Il Diario di Anna Frank fu pubblicato per la prima volta il 25 giugno di 75 anni fa, rendendo famosa la storia della ragazza ebrea morta a 15 anni nel campo di sterminio nazista di Bergen-Belsen in Germania. Il diario è una delle testimonianze più importanti sulla Shoah, la sistematica uccisione degli ebrei e delle altre persone ritenute dal regime nazista inferiori per motivi razziali o politici.
Anna Frank era nata a Francoforte il 12 giugno del 1929 da una famiglia ebrea e si era presto dovuta trasferire nei Paesi Bassi per sfuggire alle leggi antisemite introdotte dal regime di Adolf Hitler. Quando la Germania invase il paese – e anche Amsterdam non fu più un posto sicuro – i Frank iniziarono una vita clandestina, insieme ad un’altra famiglia ebrea.
Nel 1942 si trasferirono nel retro degli uffici del padre di Anna Frank, in un appartamento nascosto dietro a una libreria scorrevole. Trascorsero così due anni, praticamente senza contatti con il mondo esterno, nella speranza che la guerra prima o poi finisse.
Anna Frank scrisse assiduamente sul proprio diario fatti e pensieri di quella reclusione. Nel 1944 fu scoperta e arrestata insieme ai proprio familiari. Anna Frank e sua sorella Margot furono deportate nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove morirono alla fine dell’inverno del 1945, pochi giorni prima della liberazione da parte degli alleati. L’unico della famiglia che sopravvisse all’olocausto fu il padre Otto che, dopo la guerra, fece pubblicare il diario di Anna dopo averne rielaborato e integrato alcuni passaggi.
Per lungo tempo si ritenne che Anna e Margot Frank fossero morte in una data compresa tra il primo e il 31 marzo, dalle conclusioni a cui giunse la Croce Rossa intervenuta nel campo. In seguito le autorità olandesi, non potendo stabilire una data certa, decisero di stabilirne una convenzionale: il 31 marzo.
Nel 2015, nuovi studi incrociarono i dati contenuti negli archivi della Croce Rossa, dell’International Tracing Service di Bad Arolsen (un centro di ricerca sulle vittime del nazismo e dell’olocausto), del museo di Bergen-Belsen con le testimonianze di altre donne presenti nello stesso campo di concentramento delle due sorelle. Si arrivò alla conclusione che la data della loro morte dovesse essere anticipata almeno di un mese.
Rachel van Amerongen, Hanneli Goslar, Nanette Blitz e Annelore Daniel (le quattro testimoni citate nel documento ufficiale prodotto dalla Casa Museo di Anna Frank) dissero infatti di essersi accorte che Anna stava sviluppando i primi sintomi di tifo intorno al 7 febbraio. E considerando che, secondo i medici, la morte per tifo si verifica a distanza di massimo 12 giorni dalla comparsa dei primi sintomi, fu ipotizzato che Anna Frank fosse morta a febbraio e non a marzo.
Sempre nel 2015, la fondazione svizzera Anne Frank Fonds, che gestisce i diritti del Diario di Anna Frank stabilì che Otto Frank fosse co-autore della famosa biografia, e non soltanto il suo curatore com’era stato considerato fino ad allora. La decisione ebbe un importante risvolto pratico, perché prolungò di molti anni il copyright sul libro, gestito appunto dalla fondazione.
Otto Frank fece pubblicare il diario in tedesco il 25 giugno 1947, e poi nella traduzione inglese nel 1952, con il titolo The Diary of a Young Girl. In Italia fu pubblicato per la prima volta nel 1954 da Einaudi, ed è ormai tradotto in più di 70 lingue.