Le forze ucraine si ritireranno da Severodonetsk
Dopo settimane di combattimenti durissimi, che hanno distrutto la città: è una piccola vittoria per la Russia
Dopo settimane di combattimenti e bombardamenti durissimi, l’esercito ucraino ha dato ordine ai suoi soldati di ritirarsi da Severodonetsk, la città dell’est del paese che era stata il principale centro degli scontri tra forze russe e ucraine. L’occupazione completa di Severodonetsk da parte dei russi, che a questo punto dovrebbe avvenire a breve, è una delle vittorie più significative per la Russia dopo la conquista di Mariupol, ad aprile. È tuttavia una vittoria relativamente piccola, che è costata molto cara sia alle forze russe sia alla città, che è praticamente distrutta.
La notizia del ritiro l’ha data con un messaggio televisivo Serhiy Haidai, il capo dell’amministrazione militare della regione di Luhansk, dove si trova la città. «Non ha senso rimanere in postazioni che sono state demolite in questi mesi. Le forze di difesa hanno già ricevuto l’ordine di indietreggiare verso nuove postazioni, nuove aree fortificate, e di condurre attività militari e infliggere danni al nemico da lì», ha detto.
Prima della guerra, Severodonetsk aveva circa 100 mila abitanti. Oggi è l’ultima grande città della regione di Luhansk non ancora occupata dalle forze russe. Per la Russia la sua conquista significa di fatto aver preso quasi tutta la regione di Luhansk, una delle due che fanno parte dell’area del Donbass (l’altra è Donetsk): è una vittoria che potrà essere presentata come la prova dell’avanzamento delle forze russe nell’oriente ucraino, anche se in altre aree del paese le forze ucraine stanno contrattaccando con successo.
La conquista di Severodonetsk è avvenuta secondo il metodo già sperimentato dall’esercito russo: con brutali bombardamenti che hanno danneggiato il 90 per cento degli edifici della città, l’80 per cento in maniera irrimediabile. Dei 100 mila abitanti prima della guerra, si stima che ne siano rimasti appena 8.000, che non è possibile evacuare. La resistenza ucraina, dopo aver tentato un contrattacco a inizio giugno, è stata lentamente respinta, fino a che il grosso dei combattenti aveva finito per asserragliarsi nello stabilimento chimico Azot.
Forse anche per evitare un’altra situazione come quella dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, l’esercito ucraino ha dunque ordinato il ritiro.
La situazione per le forze ucraine era diventata insostenibile da un paio di settimane, quando i russi avevano bombardato l’ultimo dei tre ponti sul fiume Donetsk, che collegavano Severodonetsk alla città gemella sulla riva occidentale, Lysychansk, controllata dalle forze ucraine. Negli ultimi giorni, i collegamenti e gli approvvigionamenti tra Severodonetsk e Lysychansk erano stati possibili solo usando barche, cosa che evidentemente alla lunga si è rivelata non praticabile.
Non è ancora chiaro se i soldati ucraini si siano già ritirati del tutto da Severodonetsk. Secondo il Wall Street Journal, l’evacuazione sarebbe cominciata già nella notte tra giovedì e venerdì.
È probabile che ora i soldati cercheranno di rinforzarsi attorno a Lysychansk, benché anche lì la situazione sia molto precaria: i russi stanno cercando di accerchiare la città da nord e da sud, e attualmente c’è solo una strada ancora agibile che collega Lysychansk al resto dell’Ucraina.
Eastern #Ukraine Update Thread:#Russian forces continued offensive operations to drive north toward #Lysychansk and reached the southern outskirts of the city on June 23. 1/2https://t.co/d9VAKszIwC pic.twitter.com/Sg2bKZS7pJ
— ISW (@TheStudyofWar) June 23, 2022