L’Ucraina è candidata a entrare nell’Unione Europea
Lo ha deciso il Consiglio Europeo: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky lo ha definito un «momento storico»
Giovedì a Bruxelles il Consiglio Europeo, l’organo che riunisce i capi di stato e di governo dell’Unione Europea, ha deciso di assegnare all’Ucraina e alla Moldavia lo status ufficiale di paese candidato a entrare nell’Unione. È una decisione molto rilevante ma di natura soprattutto simbolica dopo quattro mesi dall’inizio dell’invasione russa.
Per entrare nell’Unione serve che il governo di un certo paese approvi riforme economiche e istituzionali molto complesse, da cui l’Ucraina sembrava assai lontana anche prima della guerra: si è scelto tuttavia di portare avanti una procedura accelerata per autorizzare la candidatura e sostenere moralmente il paese.
Formalmente spetterà al Consiglio dell’Unione Europea (l’organo composto dai governi dei paesi membri che detiene il potere legislativo del’Unione Europea insieme al Parlamento) assegnare lo status di paese candidato a Ucraina e Moldavia, ma la decisione politica spettava al Consiglio Europeo. I passaggi più difficili da superare perché l’Ucraina possa effettivamente aderire all’Unione, comunque, arriveranno più avanti e l’intero processo di adesione durerà molti anni.
Quando un paese ottiene lo status di candidato ufficiale l’Unione Europea deve accertarsi che sia effettivamente pronto per diventare membro, cioè che sia nelle condizioni di rispettare tutte le leggi europee negli ambiti più disparati: dall’indipendenza dei tribunali e della magistratura, agli strettissimi parametri sanitari con cui dev’essere conservato il cibo nei ristoranti e nei supermercati, dall’allineamento del regime fiscale alle leggi sulla libertà di stampa e sulla concorrenza nel settore pubblico e privato. In pratica significa che un paese per entrare davvero nell’Unione deve portare avanti molte riforme. A tutto questo poi si possono aggiungere molte altre complicazioni politiche: e il fatto che l’Ucraina sia un paese in guerra, la cui stessa esistenza potrebbe essere in discussione nei prossimi anni, rende il tutto ancora più complicato e remoto.
Sia il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno definito la decisione di venerdì sera un «momento storico».
Sincerely commend EU leaders’ decision at #EUCO to grant 🇺🇦 a candidate status. It’s a unique and historical moment in 🇺🇦-🇪🇺 relations. Grateful to @CharlesMichel, @vonderleyen and EU leaders for support. Ukraine’s future is within the EU. #EmbraceUkraine https://t.co/o6dJVmTQrn
— Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) June 23, 2022
Come l’Ucraina anche la Moldavia, piccolo e povero paese stretto tra Romania e Ucraina, aveva fatto richiesta formale per entrare nell’Unione Europea nelle settimane successive all’inizio dell’invasione russa. La richiesta è stata accettata: da due anni la Moldavia ha una presidente filoeuropea, l’ex economista della Banca Mondiale Maia Sandu, e la decisione del Consiglio rispecchia l’apprezzamento dell’Unione per il lavoro che sta portando avanti Sandu in termini di riforme.
Anche la Georgia, che invece confina a nord con la Russia e a sud con Turchia, Armenia e Azerbaigian, aveva chiesto di diventare un paese candidato: al momento i capi di stato e di governo europei hanno respinto la richiesta, ritenendo che il paese non sia ancora pronto, ma descrivendola comunque come un’aspirazione legittima.
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