La Corte Suprema americana in direzione opposta al Congresso, sulle armi
Ha abolito una legge che limitava la facoltà di portarle negli spazi pubblici, mentre il Senato sta approvando una riforma restrittiva
Giovedì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha cancellato una legge dello stato di New York che limitava i diritti dei possessori di armi da fuoco. La decisione, determinata dalla maggioranza di giudici conservatori attualmente presente nella Corte, va in direzione opposta rispetto a quanto sta succedendo al Congresso: in questi giorni il Senato sta approvando una proposta di legge bipartisan per introdurre alcune limitazioni alla vendita e al possesso di armi. Quando entrerà in vigore (è abbastanza certo che sarà approvata anche dalla Camera) diventerà la più importante legge sulle armi da fuoco da decenni negli Stati Uniti, dato che solitamente Democratici e Repubblicani sono fortemente divisi sul tema.
La decisione della Corte rappresenta il primo allargamento dei diritti dei possessori di armi da fuoco dal 2010.
La legge che la Corte Suprema ha eliminato prevedeva che nello stato di New York, per poter portare con sé delle armi in spazi pubblici senza esporle chiaramente, fosse necessario avere un permesso speciale, concesso solo per «giusta causa». Questa legge era in vigore da più di un secolo ma secondo 6 giudici su 9 viola la Costituzione americana, e nello specifico il Secondo emendamento, quello che garantisce il diritto di possedere armi.
La Corte Suprema si è espressa in merito alla legge newyorkese per via della causa intentata da due uomini residenti nello stato e detentori di un porto d’armi per scopi ricreativi: avevano fatto richiesta del permesso di portare con sé delle armi da fuoco in spazi pubblici, il permesso era loro stato negato e i due avevano fatto ricorso. «Dato che lo stato di New York concede licenze per gli spazi pubblici solo quando il richiedente dimostra di avere un particolare bisogno di difesa personale, concludiamo che il regime di porto d’armi dello stato viola la Costituzione», ha spiegato il giudice Clarence Thomas a nome dei 6 giudici conservatori.
Negli ultimi mesi il dibattito politico sulle armi è ricominciato dopo le ennesime stragi: quella del 14 maggio, quando un 18enne aveva ucciso 10 persone afroamericane in un supermercato di Buffalo, nello stato di New York, e quella del 25 maggio, quando un altro 18enne aveva ucciso 19 bambini e due insegnanti in una scuola elementare di Uvalde, in Texas.
La decisione della Corte mette a rischio leggi simili a quella dello stato di New York in vigore in altre parti d’America: in California, alle Hawaii, in Maryland, Massachusetts e New Jersey. La governatrice dello stato di New York Kathy Hochul, Democratica, ha criticato la Corte Suprema: «È oltraggioso che in un momento di presa di coscienza nazionale sulla violenza causata dalle armi da fuoco la Corte Suprema abbia sconsideratamente eliminato una legge di New York che limita il numero di persone che possono portare addosso armi nascoste».
Negli Stati Uniti la popolazione civile – circa 330 milioni di abitanti – possiede più di 390 milioni di armi da fuoco; nel 2020 nel paese più di 45mila persone sono morte per ferite causate da colpi di armi da fuoco.
La proposta di legge in discussione al Senato darà alle autorità fino a 10 giorni feriali per controllare gli eventuali precedenti penali e le informazioni sulla salute mentale delle persone minori di 21 anni interessate a comprare un’arma (l’età minima per l’acquisto è 18 anni), finanzierà con milioni di dollari le operazioni di confisca temporanea delle armi possedute da persone considerate pericolose, e amplierà l’attuale divieto di acquisto di armi rivolto alle persone condannate per abusi domestici.