Il parlamento bulgaro ha votato la sfiducia al primo ministro Kiril Petkov
Se i partiti non riusciranno a formare una nuova maggioranza si tornerà a votare: per la quarta volta dall'aprile del 2021
Mercoledì, con 123 voti favorevoli e 116 contrari, il parlamento bulgaro ha votato la sfiducia al governo del primo ministro Kiril Petkov, che aveva vinto le elezioni sette mesi fa con il partito anti-corruzione “Noi continuiamo il cambiamento” e guidava una coalizione formata insieme ad altri tre partiti. Ora Petkov o i partiti all’opposizione dovranno cercare di formare una nuova maggioranza di governo. Se non ci riusciranno, come è probabile che succeda, il presidente bulgaro Rumen Radev dovrà indire nuove elezioni: sarebbero le quarte dall’aprile del 2021.
Il voto di sfiducia era atteso e in parte prevedibile: il governo guidato da Petkov, che aveva momentaneamente interrotto una crisi politica che durava da tempo, era in bilico da inizio giugno. Cioè da quando il comico e presentatore tv Slavi Trifonov aveva ritirato il suo partito populista “C’è un tale popolo” dalla coalizione di governo, principalmente a causa di disaccordi legati alla gestione della spesa pubblica e allo sblocco della procedura di adesione all’Unione Europea della Macedonia del Nord (la Bulgaria si era finora opposta a questa possibilità, mentre Petkov aveva adottato posizioni più aperte e possibiliste). La coalizione guidata da Petkov aveva così perso la maggioranza, e si era arrivati al voto per la sua sfiducia.
Petkov, 42 anni, aveva vinto le elezioni lo scorso novembre, dopo un anno e mezzo di proteste e instabilità: economista laureato ad Harvard e ministro delle Finanze del governo tecnico uscente, aveva co-fondato insieme all’economista Stefan Yanev il partito che guidava la coalizione al governo. Aveva guadagnato credibilità facendo leva sulla situazione di stallo della Bulgaria, il paese più povero dell’Unione Europea, oltre che sugli scandali e sulla corruzione legati al primo ministro precedente di centrodestra, Bojko Borisov.
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