Il rave nei tunnel sotto Zagabria durante la guerra

Mentre la Croazia combatteva contro la Serbia, migliaia di persone si presentarono a una festa sotterranea che rimase nella storia locale

Il tunnel Grič (Wikimedia Commons)
Il tunnel Grič (Wikimedia Commons)
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Molte città croate, come altre europee e anche italiane, hanno tunnel sotterranei che in tempo di guerra furono usati come rifugi antiaerei. A Pola, per esempio, il sistema di gallerie viene chiamato Zerostrasse (“strada zero” in tedesco) e attraversa buona parte del centro storico, con quattro lunghi tunnel collegati a uno spazio centrale. Ce ne sono anche a Zagabria, la capitale, ma qui il sistema di rifugi sotterranei è meno conosciuto e solo una parte è aperta al pubblico. Venne costruito nel 1943 per permettere ai civili di ripararsi dalle bombe della Seconda guerra mondiale, e riutilizzato all’inizio degli anni Novanta per motivi analoghi, durante le guerre jugoslave.

Proprio in questo periodo, però, le gallerie di Zagabria trovarono un altro uso: ospitarono dei rave, eventi musicali gratuiti e di solito autogestiti, frequentati da appassionati di musica techno e spesso di sostanze psicoattive. Queste serate diventarono parte della storia musicale locale, in particolare nel caso della prima, risalente al 1993, che all’epoca venne raccontata persino da MTV.

L’organizzatore dei rave fu Damir Cuculić, nativo di Zagabria e appassionato di musica disco e hip-hop. Negli anni Ottanta faceva il dj e aveva alcuni contatti a Londra che gli avevano descritto i primi rave party organizzati in città. Cuculić decise quindi di organizzare un primo rave di dimensioni relativamente contenute al KSET, un night club di Zagabria. Poi il 30 ottobre 1993 ne organizzò un altro nella parte delle gallerie sotterranee che oggi è aperta al pubblico, il cosiddetto tunnel Grič (dal nome del quartiere della città sotto cui passa).


Erano anni turbolenti e pericolosi, la Croazia aveva dichiarato l’indipendenza dalla Jugoslavia nel 1991 ed era stata attaccata dall’esercito nazionale jugoslavo, che cercava senza successo di mantenere l’integrità della federazione nonostante l’inarrestabile spinta indipendentista delle varie repubbliche. Dopo la dissoluzione della Jugoslavia, poi, la guerra si tramutò in un conflitto tra Croazia e Serbia, e nel frattempo le tensioni erano aumentate anche sul confine con la Bosnia Erzegovina, dove c’era stato un altro referendum per l’indipendenza a marzo del 1992.

Circa un mese dopo il governo di Belgrado attaccò Sarajevo e diede inizio a una guerra nella quale inizialmente i croati bosniaci erano alleati con le comunità musulmane bosniache – i bosgnacchi – contro la Jugoslavia e contro la Repubblica serba di Bosnia, guidata da Radovan Karadžić. Con il passare dei mesi però anche tra bosgnacchi e croati nacquero conflitti che sfociarono in una guerra aperta nel 1993. In Bosnia si fronteggiavano dunque le milizie bosgnacche, le milizie croato bosniache (appoggiate dall’esercito regolare croato) e l’esercito della Repubblica serba di Bosnia. In questo contesto, Cuculić pensò che fosse una buona idea organizzare dei rave a Zagabria.

Dopo le prime esperienze con qualche centinaio di persone, al rave del tunnel Grič se ne presentarono cinquemila. Cuculić e gli altri organizzatori si aspettavano al massimo 500-700 persone, anche perché la scena musicale croata non era sviluppata come quella di altri paesi europei, al contrario: eventi come un rave party di quelle dimensioni non si erano mai visti e in generale, in Croazia, la musica elettronica non aveva grande seguito.

«Quando organizzammo la festa si lamentarono tutti, la polizia, i vicini, tutti» ha raccontato Cuculić nel 2019. «Nessuno aveva idea di come tirare su una cosa così, o come gestirla». All’entrata le persone avrebbero dovuto esibire dei biglietti che gli organizzatori avevano fatto stampare in maniera un po’ artigianale, ma molte persone li avevano fotocopiati per darli ai propri amici e farli girare. La sera dell’evento distinguere quelli “originali” da quelli fotocopiati era diventato impossibile.


Cuculić ricorda che «già quando le prime 2.500 persone entrarono tutto lo spazio era pieno», e che «c’era così tanta umidità che non potevi accendere neanche uno zippo, l’aerazione era terribile, l’unica cosa che potemmo fare era lasciare entrambe le entrate del tunnel aperte. Il vapore nell’aria si condensò sul soffitto e a un certo punto durante la notte cominciò a caderci addosso, pioveva sui DJ, sul mixer e sulla gente. Dovemmo allestire una tenda di nylon per proteggere le attrezzature».

Cuculić ha detto che non sa spiegarsi il perché fecero un rave durante una guerra («eravamo giovani e matti», ha detto) ma probabilmente il successo dell’evento ebbe a che fare con la voglia di sfogare la frustrazione e la paura che la guerra aveva generato nelle persone. Dopo il rave del tunnel, Cuculić si fece una carriera in TV e nelle radio, continuando però a organizzare feste ed eventi musicali, tra cui il Future Sound di Zagabria. Il tunnel Grič è stato ristrutturato nel 2016 e aperto al pubblico, dentro è stato allestito un centro culturale con mostre sulla storia della Croazia e della città.

– Leggi anche: Storia dell’indipendenza della Croazia