Il Nepal vuole spostare il campo base dell’Everest
A causa del suo affollamento e del riscaldamento globale, il ghiacciaio su cui è montato è sempre più instabile e pericoloso
Le autorità del Nepal hanno in programma di spostare più in basso il campo base per l’ascesa all’Everest, a causa del riscaldamento globale e delle attività umane che ne hanno ormai messo a rischio la sicurezza. Lo spostamento si sta rendendo necessario in seguito al rapido assottigliamento del ghiacciaio Khumbu, la lunga lingua di ghiaccio che nella valle scende verso il campo base. I crepacci nella zona sono sempre più frequenti e l’acqua di scioglimento rende instabile il ghiacciaio, con molti rischi per gli alpinisti che trascorrono diversi giorni al campo per acclimatarsi e attendere le condizioni meteo ideali per tentare l’ascesa fino alla cima dell’Everest.
Il campo base si trova attualmente a un’altitudine di quasi 5.400 metri ed è previsto un trasferimento a una quota inferiore di 200-400 metri, come consigliato da un comitato istituito dal governo nepalese per occuparsi delle escursioni sull’Everest. Tra marzo e maggio, nel periodo più propizio per l’ascesa, il campo viene utilizzato da circa 1.500 persone, con frequenti problemi di affollamento che riguardano anche le vie per raggiungere la cima della montagna.
Le analisi sul ghiacciaio Khumbu svolte negli ultimi anni hanno fatto rilevare una perdita annuale di circa 9,5 milioni di metri cubi d’acqua. La porzione del ghiacciaio sulla quale si trova il campo base si è assottigliata di circa un metro ogni anno. Nella zona sono presenti rocce e altri detriti derivanti dalla spinta a valle del ghiacciaio, che rendono ulteriormente instabile la piattaforma sulla quale vengono installate tende e altre strutture.
Negli ultimi anni nella parte centrale del campo base si è inoltre formato un piccolo ruscello, che con il passare del tempo si è via via ingrandito. La quantità di crepacci è in aumento e se ne formano di nuovi in pochi giorni, rendendo meno stabili alcuni punti del campo. Il fenomeno era già stato rilevato in passato, ma i tempi di formazione dei crepacci erano molto più lunghi.
Chi lavora al campo base dell’Everest ha detto a BBC News che la presenza del ghiacciaio aveva sempre reso necessario qualche adattamento, perché i ghiacci si muovono di continuo nel lento avanzare verso valle della grande massa ghiacciata. Il fondo del campo doveva essere lavorato ogni due-tre settimane per assicurarsi che fosse sufficientemente battuto e sicuro per montarvi le tende e le altre attrezzature.
Nell’ultimo periodo questo lavoro è stato svolto ogni settimana, proprio perché il Khumbu ha accelerato la propria attività.
Ormai da anni i gruppi di ricerca segnalano come il riscaldamento globale stia mettendo sotto forte stress i ghiacciai montani, assottigliandoli e rendendoli meno stabili. Le grandi ondate di calore in varie parti dell’Asia delle ultime settimane hanno reso evidente come il clima stia cambiando a causa dell’effetto serra, che ha tra le principali cause le attività umane.
L’Everest non deve fare i conti solamente con i fenomeni legati al riscaldamento globale, ma anche con la grande quantità di alpinisti che tentano la scalata verso la cima. Ogni anno centinaia di gruppi raggiungono il campo base per trascorrervi alcuni giorni prima di raggiungere il campo uno, avvicinandosi via via alla vetta. La loro presenza comporta la produzione di rifiuti e crea molti rischi di inquinamento, soprattutto per l’uso di combustibili per i fornelli da campo e altre strumentazioni.
Anche in seguito a forti pressioni internazionali, negli ultimi anni il governo del Nepal ha reso più severi alcuni controlli, lavorando per rendere più sostenibile dal punto di vista ambientale l’ascesa verso l’Everest. Per il paese l’area dell’Himalaya è comunque un’importante risorsa turistica e anche per questo l’introduzione di nuove limitazioni viene decisa con grandi cautele per non danneggiare il settore.
I tempi di trasferimento del campo base non sono ancora completamente definiti. L’obiettivo è di spostarlo più in basso entro il 2024, ma ci sono diversi aspetti tecnici e ambientali da valutare. Lo spostamento renderà più lungo il percorso per raggiungere il successivo campo, ma dovrebbe consentire di avere il campo base in un’area libera dai ghiacci e più stabile nel periodo primaverile.