Il governo britannico ha approvato l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti, ma il fondatore di Wikileaks potrà ancora fare ricorso
La ministra dell’Interno britannica Priti Patel ha approvato l’estradizione del fondatore di Wikileaks Julian Assange negli Stati Uniti, dove è accusato di aver violato i siti del governo e di aver divulgato documenti contenenti i registri delle guerre in Afghanistan e Iraq, oltre che comunicazioni diplomatiche del 2010. La decisione di Patel non è comunque definitiva, dato che Assange può ancora fare ricorso.
Nel maggio del 2019 Assange era stato incriminato negli Stati Uniti per avere violato la legge anti-spionaggio del 1917, l’Espionage Act, per aver sollecitato, raccolto e pubblicato documenti militari e diplomatici statunitensi. Gli Stati Uniti ne avevano quindi chiesto l’estradizione, ma a gennaio del 2021 il tribunale penale di Londra aveva rifiutato la richiesta, citando le condizioni di salute di Assange, che soffre di depressione e che secondo gli psichiatri che lo hanno visitato in carcere avrebbe tendenze suicide.
Gli Stati Uniti avevano quindi presentato ricorso all’Alta Corte di Londra, che lo aveva accolto. Assange aveva presentato ricorso alla Corte Suprema, che però lo aveva respinto. Il caso era quindi passato al ministero dell’Interno, che venerdì ha comunicato la sua decisione al riguardo.