La fine del ristorante galleggiante più grande al mondo
Da 50 anni era tra i simboli di Hong Kong: c'entrano anche la pandemia e le proteste contro il governo cinese
Martedì 14 giugno molte persone si sono radunate al porto di Aberdeen, sulla costa meridionale dell’isola di Hong Kong, per vedere per un’ultima volta Jumbo, il più grande ristorante galleggiante al mondo e una delle attrazioni turistiche più famose della città. Jumbo era considerato un simbolo di Hong Kong e in oltre quarant’anni di attività aveva ospitato moltissimi personaggi famosi, finendo anche in vari film: adesso ha chiuso per difficoltà finanziarie e ha dovuto lasciare il porto, la sua storica sede, trascinato da alcuni rimorchiatori.
Il ristorante galleggiante Jumbo (il Jumbo floating restaurant) fu aperto nel 1976 dal magnate dei casinò di Macao Ho Hung-sun; era ormeggiato vicino al Tai Pak, un altro ristorante più piccolo che era stato inaugurato nel 1952. Ai due ristoranti, che insieme formavano il cosiddetto “Jumbo Kingdom” (il regno di Jumbo), si arrivava con battelli che partivano da due moli appositi nel porto.
Con una lunghezza di 76 metri e una superficie totale di quattromila metri quadrati, suddivisi su tre piani, nel periodo della sua massima attività Jumbo ospitava fino a 2.300 clienti. All’esterno era ricoperto di luci e neon, mentre le sue grandi sale interne, adatte anche a ricevimenti ed eventi privati, erano decorate con dipinti ed elementi che richiamavano lo stile dei palazzi imperiali della dinastia Ming (1368 – 1644). Nella sala principale c’era un trono dorato a forma di drago.
Il Jumbo era un’attrazione che non poteva mancare nelle guide turistiche della città, serviva principalmente piatti della cucina tipica cantonese e specialità di mare, che attiravano soprattutto gli stranieri. Offriva anche pietanze considerate prelibatezze dagli abitanti di Hong Kong, come il maialino da latte arrosto o i nidi di rondine con latte di cocco, una zuppa dalla consistenza gelatinosa ottenuta proprio dai nidi di alcuni uccelli. Era affiancato da altre due chiatte: una che ospitava la cucina, lunga 30 metri, e una che conteneva decine di vasche da cui si potevano scegliere i pesci e i crostacei da far cucinare, tra più di 60 tipi.
Il ristorante ebbe tra i suoi ospiti molte persone famose, tra cui la regina Elisabetta II del Regno Unito, il presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter, Elizabeth Taylor, Tom Cruise o Chow Yun-fat, nato a Hong Kong e considerato uno dei più grandi attori del cinema cinese, che recitò anche in Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro (1974), Il protettore di Jackie Chan (1985) e Contagion di Steven Soderbergh (2011).
Il Jumbo chiuse all’inizio del 2020 a causa della pandemia da coronavirus, ma negli anni aveva accumulato perdite per oltre 100 milioni di dollari di Hong Kong (più di 12 milioni di euro). La società che controlla il ristorante, la Aberdeen Restaurant Enterprises, ha detto che l’attività era in perdita dal 2013, e che gli affari avevano cominciato ad andare particolarmente male nel 2019, quando il turismo era calato molto per via delle ampie proteste contro l’eccessiva ingerenza del governo centrale cinese sul territorio semi-autonomo di Hong Kong.
A inizio giugno la società aveva detto che avrebbe fatto spostare il Jumbo fuori dal porto di Hong Kong entro la fine del mese. I costi di manutenzione, infatti, sono troppo alti per tenere aperto il ristorante, soprattutto nella situazione di grande incertezza legata alla ripresa dopo la pandemia: il governo locale si è rifiutato di investire denaro per aiutare a sostenerli e per ora non si sono fatti avanti altri investitori. Al momento non si sa dove sia stato trasferito il Jumbo e non è chiaro se e quando potrà riaprire o in che porto. Il Tai Pak invece è rimasto al suo posto, però rimane chiuso.
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