La ex presidente della Bolivia Jeanine Áñez è stata condannata a 10 anni di carcere
Venerdì l’ex presidente ad interim della Bolivia Jeanine Áñez è stata condannata a 10 anni di carcere perché ritenuta colpevole di aver partecipato a un colpo di stato contro il precedente presidente, Evo Morales. Áñez era stata arrestata a marzo del 2021 con le accuse di terrorismo, sedizione e complotto ed è in carcere da allora. Dopo la sentenza di condanna, molti commentatori hanno denunciato l’uso degli organi della giustizia per ragioni politiche da parte del governo, che dall’ottobre 2020 è guidato dal socialista Luis Arce, alleato di Morales.
Nel novembre del 2019 Morales era stato costretto a dimettersi e andarsene dalla Bolivia: i militari gli avevano “suggerito” di lasciare il potere, dopo che per settimane c’erano state manifestazioni di protesta contro i risultati delle elezioni presidenziali dell’ottobre precedente. A seguito delle dimissioni delle principali cariche istituzionali del paese, e in quanto vicepresidente del Senato, Áñez era stata individuata come la persona che sarebbe dovuta diventare presidente ad interim e guidare la Bolivia verso nuove elezioni. Si era autoproclamata presidente nonostante in parlamento fosse mancato il quorum necessario per via del boicottaggio dei parlamentari del partito di Morales, il Movimento per il Socialismo (MAS).
Nonostante il suo ruolo fosse quello di guidare il paese e indire nuove elezioni, mentre era presidente Jeanine Áñez aveva preso alcune decisioni di politica estera e di impronta conservatrice e aveva accusato Morales di sedizione e terrorismo. Negli ultimi anni Áñez è diventata un personaggio molto poco popolare in Bolivia, anche per via della gestione della pandemia e della conseguente crisi economica nel paese. Dopo la sentenza ha ribadito di essere innocente e vittima di una persecuzione politica.