Putin si è paragonato allo zar Pietro il Grande
«Stava solo riconquistando quelle terre e rafforzando il potere: ora tocca a noi», ha detto parlando della guerra che lo zar fece contro la Svezia
Giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha partecipato a Mosca all’inaugurazione di una mostra dedicata allo zar Pietro il Grande, in occasione del 350esimo anniversario della nascita. Nel corso di una conferenza stampa ha parlato delle conquiste fatte dallo zar durante il suo regno, paragonandole a quanto sta facendo ora la Russia in Ucraina.
«Lui (Pietro il Grande, ndr) ha guidato la Grande guerra del Nord per 21 anni. Poteva sembrare che fosse in guerra con la Svezia, che le stesse togliendo qualcosa. Ma non le stava togliendo nulla. Stava riprendendo il controllo. […] Quando fondò la nuova capitale, nessuno dei paesi europei riconobbe quel territorio come appartenente alla Russia. Tutti lo consideravano svedese. Ma gli slavi avevano vissuto da sempre lì insieme ai popoli ugro-finnici. […] Lui stava solo riconquistando quelle terre e rafforzando il potere. Ora tocca anche a noi riconquistare e rafforzarci».
Putin ha fatto riferimento alla cosiddetta Grande guerra del Nord, combattuta tra il 1700 e il 1721 tra la Russia e l’impero svedese. La guerra si concluse con una grande vittoria della Russia, che estese il suo dominio su molti territori nel bacino del mar Baltico. Nel corso della guerra Pietro il Grande fondò anche San Pietroburgo, in una regione precedentemente appartenuta alla Svezia, che divenne la nuova capitale dell’impero russo.
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Nella conferenza stampa di giovedì Putin ha sostenuto che quella di Pietro il Grande non fu una “conquista”, ma una “riconquista” di un territorio già abitato da popoli slavi: secondo Putin, lo zar avrebbe quindi solo riunito gli slavi in un’unica nazione.
Il presidente russo ha quindi paragonato quanto fatto da Pietro il Grande alla guerra in Ucraina, che per la Russia avrebbe innanzitutto l’obiettivo di riunire in una sola nazione russi e ucraini, da Putin considerati «un solo popolo».